Malala Yousafzai aveva 14 anni quando un colpo di pistola la raggiunse alla testa, ed era un’attivista per il diritto all’istruzione dei giovani come lei. A spararle un colpo alla testa un integralista islamico che mal tollerava la speranza di Malala, femminista e attivista, per le sue coetanee e i suoi coetanei. Malala rischiò di morire e restò a mezza via tra la vita e la morte per molti giorni ma alla fine, fortunatamente portata all’ospedale di Birminghman, sopravvisse.
Nel 2014, a 17 anni, ottenne il Nobel per la pace, divenendo così la più giovane premiata nella storia mondiale.
Tre anni fa, dopo un lungo recupero, la giovane si è pienamente ristabilita e adesso, a ventidue anni, si è laureata in Economia politica a Oxford.
Da quel lontano giorno in cui un gruppo di islamisti era penetrato nel suo villaggio, a Mingola, a nord del Pakistan, per prendere il potere e dichiarare vietato il diritto allo studio o il guardare la tv o il suonare uno strumento e ascoltare musica, Malala restò in coma per dieci giorni sino a quando si svegliò, ormai in Inghilterra, dove si sarebbe poi trasferita per sempre e avrebbe inaugurato una nuova vita.
È apparsa recentemente in un’intervista di Teen Vogue nella quale ha rivelato il suo appoggio a Greta Thunberg, auspicando più mobilitazione per i giovani attivisti.
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