Un incentivo fiscale per i contribuenti a trascorrere le vacanze in Svizzera quale misura di sostegno al settore turistico per attenuare le conseguenze legate alla crisi del Coronavirus
La crisi legata al Coronavirus avrà conseguenze molto pesanti per l’economia svizzera, che a oggi sono ancora difficilmente quantificabili. Uno dei settori maggiormente colpiti è indubbiamente quello legato al turismo che per i prossimi anni si vedrà confrontato con difficoltà enormi, legate soprattutto alle restrizioni alla mobilità della clientela internazionale che rendeva regolarmente visita al nostro Paese. Il calo dei turisti stranieri sarà quindi almeno per alcuni anni molto importante e ciò metterà ulteriormente sotto pressione le nostre strutture turistiche, già confrontate da tempo con il problema del franco forte. In una intervista apparsa oggi sul CdT on line, la portavoce di Svizzera Turismo Veronique Känel ipotizza che, se tutto andrà bene, un ritorno alla situazione alla situazione precedente non avverrà prima del 2023-2024.
A fronte di questo scenario, l’unica possibilità per cercare di compensare, almeno parzialmente, l’ammanco di turisti stranieri, è quello di puntare sulla clientela svizzera. A tale scopo appare pertanto opportuno creare degli incentivi affinché i nostri concittadini trascorrano le loro vacanze in Patria, ciò che permetterebbe loro fra l’altro di scoprire la bellezza e la ricchezza del nostro territorio e della relativa offerta turistica. Oltre a misure cantonali, comunali o settoriali, un incentivo sicuramente molto importante è rappresentato dalla possibilità di una deduzione fiscale per i contribuenti domiciliati in Svizzera delle spese di pernottamento in strutture alberghiere e paralberghiere, segnatamente alberghi, motels, residenze turistiche, appartamenti di vacanza, ostelli e campeggi, fino a concorrenza di un importo massimo definito, che può essere aumentato per i coniugi e per i partner registrati che vivono in comunione domestica (tali importi devono essere fissati nella LIFD mentre che nella LAID questa facoltà deve essere delegata al diritto cantonale).
La proposta formulata con la presente iniziativa parlamentare limita la deducibilità delle spese al solo pernottamento. A parte la semplificazione nell’applicazione, va comunque detto anche altri settori legati al turismo, come la ristorazione, gli impianti di risalita, la cultura, ecc.. beneficerebbero delle ricadute positive legate alla presenza dei turisti per effetto dell’indotto che verrebbe generato.
Per quanto riguarda le somme deducibili nella LIFD (nella LAID questa competenza è delegata ai Cantoni) nella presente iniziativa si è rinunciato ad inserire un importo preciso, che potrà essere stabilito dopo i necessari approfondimenti: l’ipotesi, da verificare, potrebbe essere una somma attorno ai 4-5’000 franchi per persona, prevedendo un importo maggiorato per i coniugi e i partner registrati che vivono in comunione domestica.
Trattandosi di un provvedimento di natura congiunturale, lo stesso deve avere una durata limitata nel tempo. Anche in questo caso non si è voluto indicare una scadenza, che dovrebbe tuttavia essere di almeno 3 anni.
Fabio Regazzi, consigliere nazionale
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