I toni, diciamolo, sono un po’ da ultima spiaggia. La tensione tra la Perla del Ceresio e la Città dei Castelli è all’apice.
Bertoli, che ha preso la cattiva e minimalista decisione – dannosa anche per l’immagine della nostra scuola – di eliminare gli esami di maturità, si lancia da domattina nella sua “prova di limitata normalità”, che noi non condanniamo a priori (mentre Quadri lo fa).
Un interrogativo fondamentale pesa sul comportamento delle mamme (pardon, delle famiglie). Abbiamo sentito che si prevede – o si spera – in un 75% di presenze.
* * *
E’ anche fuorviante sostenere che l’apertura scolastica a metà voluta dal DECS sarebbe una necessaria risposta alla decisione di riavviare le attività economiche. La proposta di Lugano e Locarno, sì che sarebbe stata una risposta adeguata. Quella dipartimentale, per contro, non dà alcuna garanzia che sarà ancora possibile garantire l’accudimento dei bambini nelle giornate (o mezze giornate) in cui non saranno a scuola. Stesso discorso per le mense, che non potranno essere offerte ovunque.
Intendiamoci: chi scrive non è certo un fautore dei lockdown ad oltranza. Ma la scuola si riapre, tutta, se ci sono le condizioni per farlo. Le contorte e bizantine direttive del DECS dimostrano che queste condizioni non ci sono. E allora sarebbe stato decisamente preferibile scegliere una via alternativa, che garantisse l’accudimento a tutte le famiglie che l’avessero richiesto. Come quella suggerita da Lugano e da Locarno, appunto.
Anche un’altra cosa deve essere chiara: non c’è stata alcuna retromarcia di Lugano o di Locarno sulla riapertura delle scuole comunali. Il Cantone ha facoltà di imporla nelle modalità che vuole, anche contro la volontà dei Comuni. E di questa facoltà ha fatto uso.
L’istituto scolastico di Lugano ha messo in campo tutte le risorse umane e tecniche immaginabili, con uno sforzo davvero enorme, per applicare le direttive dipartimentali e mitigare i problemi che esse causeranno. Ma non bisogna farsi soverchie illusioni. I problemi ci saranno ovunque, e la responsabilità se la dovrà assumere chi emette disposizioni che ciurlano nel manico.
Auguri a chi – bambini, docenti, personale scolastico – domani tornerà in aula. E per quei genitori che legittimamente non se la sentiranno di mandare i figli a scuola, le disposizioni dipartimentali prevedono che le assenze verranno comunque considerate giustificate e non arbitrarie. In altre parole: la scuola è obbligatoria, ma se non mandi i figli sei giustificato. Solo una delle tante perle di coerenza del DECS.
LORENZO QUADRI, municipale di Lugano
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