Pubblichiamo integralmente il comunicato dell’UDC Ticino, firmato dal presidente Marchesi e dal capogruppo Morisoli.
La posizione di Bertoli è difficile perché la psicologia di massa ingigantisce i pericoli e spinge al diniego sistematico, con motivazioni talvolta irrazionali. Non sarà così per sempre, crediamo. Ma oggi come oggi la situazione è questa.
La debolezza principale della sua concezione la vediamo bene ed è la seguente: gli obiettivi posti sono troppo modesti in rapporto allo sforzo organizzativo richiesto. Perciò molti esclamano: “non ne vale la pena!”.
A nostro avviso la “riapertura” di Bertoli un valore ce l’ha, ed è principalmente un valore simbolico. La scuola dell’obbligo afferma il suo valore e la sua presenza nella società, chiudendo questo anno tormentatissimo in nuove modalità, imposte dalla durezza dei tempi. Un’idea non folle e non disprezzabile.
Come potrà Bertoli trarsi d’impaccio? Come uscirne senza un troppo grave danno d’immagine? Trattando? Già, ma come trovare un accordo senza cedere praticamente su tutto? Le mamme non sono facili da ammansire. Per non parlare dell’MPS. E di certi sindaci…
Al di là di ciò che succederà a maggio, il termine fondamentale rimane settembre. Mancano quattro mesi, e in vista del nuovo anno le scuole dovranno riaprire in uno stato di normalità. Questo è il compito di Bertoli e in ciò non dovrà fallire.
Noi confidiamo che la nostra società saprà superare questa crisi. “Nulla sarà più come prima!” è uno slogan gridato e molto esagerato. Sì, è vero, ci saranno dei cambiamenti. Avremo imparato delle cose, certamente utili, ma il Pianeta non sarà rivoltato come un calzino.
* * *
La decisione del Governo cantonale di riaprire le scuole il prossimo lunedi 11 maggio sta incontrando innumerevoli resistenze.
Oramai è tardi per programmare misure eccezionali di questo tipo, che a noi risultano essere sempre state scartate sia dal DECS che dal Governo. Dobbiamo invece affrontare una nuova emergenza: quella dell’inefficacia o peggio dell’inapplicabilità delle decisioni prese dal Governo sul tema scuola in questi giorni.
Diversi Comuni sono oggettivamente in difficoltà e non intendono applicare quanto chiesto dal Governo, molti genitori impauriti da questa caotica situazione hanno già annunciato che non manderanno i loro figli a scuola e numerosi docenti e direttori di istituti non sono d’accordo con quanto proposto dal DECS e ratificato dal Governo. Un pasticcio colossale frutto dell’incapacità oramai abitudinaria del DECS nel creare il consenso. Pragmaticamente è ora necessario un passo indietro: meglio una soluzione parziale che una soluzione disastrata. Il Governo e il Direttore del DECS in primis, possono ancora rimediare.
Ritenuto che l’organizzazione per un lasso di tempo così breve (11 giorni effettivi) è molto onerosa e che soprattutto ormai rischia di essere praticamente inutile, visto il probabile boicotto in massa della frequenza e l’esteso rifiuto dell’attuazione della decisione del Governo a livello comunale; l’UDC Ticino ritiene che il Santo non valga la candela, e che non sia opportuno spaccare il paese per pochi giorni di scuola. Ritiene invece corretto che tornino a scuola unicamente le classi di V elementare e di IV media per preparare gli allievi al cambiamento di ordine di scuola. Gli altri allievi continuino con l’insegnamento a distanza da casa.
Questa pragmatica soluzione sarebbe implementabile con meno difficoltà, permettendo agli istituti di occupare poche aule, limitare la frequenza e gli spostamenti e così garantire le norme igieniche e di protezione. Il DECS pianifichi in stretta collaborazione con i Comuni, – coinvolgendoli davvero e non per alibi, – il rientro delle scuole in forma classica a settembre, quando i Comuni e i direttori d’istituto avranno avuto il tempo di preparare strutture, risorse e servizi degni di una scuola di qualità.
A questo aggiungiamo pure l’augurio che gli esami di maturità vengano regolarmente tenuti, almeno quelli scritti, in considerazione dell’importanza del titolo e delle sue implicazioni per l’accesso agli studi universitari.
UDC Ticino
Piero Marchesi, presidente
Sergio Morisoli, capogruppo
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