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È morta Nora Illi, attivista del Niqab

Nora Illi, cofondatrice del Consiglio centrale islamico svizzero, è morta lunedì scorso a causa di un tumore. Aveva solo 35 anni e lascia 6 figli.

Per ricordarla riproponiamo un nostro articolo del 10 dicembre 2015, che racconta un gesto provocatorio compiuto a Locarno da Nora Illi, accompagnata e “sponsorizzata” dall’imprenditore Rachid Nekkaz.

* * *

RACHID NEKKAZ DAVANTI A PALAZZO MARCACCI (titolo originale)

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Nora Illi coperta dal niqab (10 dicembre 2015) – Foto Ticinolive

“Pagherò con piacere tutte le multe che saranno inflitte in Ticino a causa del burka o del niqab” dice sorridendo Rachid Nekkaz, ricco imprenditore franco-algerino. “Già lo faccio da anni in Francia”.

Parla in francese. È accompagnato da una giovane donna in niqab, che reca in braccio un marmocchietto di forse un anno. Ci ha fatto aspettare per tre quarti d’ora. “Sta cercando posteggio”. Io il posteggio l’ho trovato in 20 secondi (prezzi da rapina).

C’è un po’ di gente ma nulla di strabiliante. I soliti giovanotti (e ragazze) che i giornali mandano, macchine fotografiche, telecamere, qualche curioso. C’è il neo municipale Niccolò Salvioni, venuto ad accertarsi che sia tutto in ordine. “Ho predisposto un discreto servizio di sorveglianza”.

Scambiamo qualche battuta su ciò che io chiamo “voto di tendenza”; quando in sostanza il motivo del votante non corrisponde all’oggetto formale del voto. Ad esempio: io voto contro i minareti non perché ce l’abbia a morte contro quei campaniletti ma perché temo ed avverso l’islamizzazione del Paese. “Sono contrario al voto di tendenza” mi dice.

Ghiringhelli non s’è fatto vedere. Me l’aveva scritto. Il signor Nekkaz è un buon parlatore, si capisce che è una persona colta. Arringa in strada, nel pressi di palazzo Marcacci, al centro di un piccolo crocchio. “Perché ha scelto di venire a Locarno?” “Perché è una città meravigliosa”. La giornata è splendente, quasi mite, con un cielo purissimo. Piazza Grande è ingombra di ogni genere di carabattole e non è un bel vedere.

Nakkaz si appella alla tolleranza, che dovrebbe essere insita nella nostra cultura e nella nostra filosofia. Secondo me il benefattore sottovaluta il livello della nostra tolleranza. Dopo il massacro di Parigi c’era gente che ad alta voce strillava “Bisogna dialogare con l’Isis”.

Non mi soffermo. Dieci foto le ho scattate. Tra me e me rimugino: “Alcune ragioni le avrà magari anche lui” (tipico pensiero qualunquista). È tempo che lasci la Regina del Verbano per la Perla del Ceresio.

 

Relatore

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