Estero

USA: il coronavirus e la corsa alle armi

Negli Stati Uniti si contano ormai 6184 casi di coronavirus mentre i decessi sono a 112. Preoccupato, Donald Trump afferma di sentirsi come “un presidente in guerra”. “Dobbiamo chiudere un’economia che era la migliore mai avuta. E un giorno tocca chiuderla per sconfiggere questo nemico, ma lo facciamo e lo facciamo bene” ha dichiarato il tycoon, il cui atteggiamento verso il coronavirus è cambiato radicalmente negli scorsi giorni. Se prima sembrava scettico sulla minaccia del Covid-19 ora sembra essersi convinto della serietà della situazione. A convincerlo forse il fatto che la possibilità di una recessione è più concreta che mai, e Wall Street ha perso il 13% nonostante il pronto intervento della Federal Reserve.

Gli scienziati a capo della task force che ha il compito di combattere il virus, Anthony Fauci e Deborah Birx, hanno illustrato delle linee guida per i prossimi giorni, che tuttavia non diventeranno obbligatorie. Trump ha preferito di non imporre la chiusura di scuole, ristoranti e negozi affidandosi all’autodisciplina degli americani e al buonsenso dei governatori. Il sistema sanitario tuttavia rischia di non reggere e il numero uno della Casa Bianca ha già attirato qualche critica per come sta gestendo la situazione. Il presidente ha dichiarato riguardo alla fornitura di materiale sanitario come mascherine e ventilatori: “Noi li abbiamo ordinati e arriveranno in quantità sufficiente, ma se i governatori riescono ad accelerare per proprio conto è meglio”. Il commento non è sfuggito al governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo che ha twittato: “Devo fare di più? No, TU devi fare di più, sei il presidente”.

Intanto gli americani stanno ormai sperimentando quello che prima la Cina e poi l’Europa hanno passato nelle prime fasi dell’invasione del virus. Ma mentre nel vecchio continente si assaltano i supermercati alla ricerca di viveri e disinfettanti, negli USA si assiste ad una vera e propria corsa alle armi. La Repubblica riporta il commento di un giovane in fila davanti a un negozio di armi e munizioni: “I politici e gli anti-armi ci dicono da sempre che non ci servono le pistole ma al momento tanta gente ha davvero paura e vuole decidere per conto suo”. Le vendite maggiori di armi si sono registrate proprio negli stati più colpiti dal nuovo coronavirus, New York e Washington, ma la tendenza ora si sta espandendo in tutto il paese.

Intanto anche i casinò di Las Vegas resteranno chiusi per tutto il mese e la quotidianità sembra essere compromessa ormai ovunque.

MK

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