VIA SICURA. Ne abbiamo denunciato più volte le gravi pecche e l’intollerabile ingiustizia, ma finora poco o nulla si è mosso. Stiamo parlando del pacchetto legislativo “Via Sicura”, votato dal parlamento federale qualche anno fa, e volto, di fatto, a criminalizzare e demonizzare gli automobilisti, attraverso anche pesanti condanne per chi, per esempio, pigia sull’acceleratore senza però provocare incidente alcuno. Anche la stampa locale, in particolare il “Corriere del Ticino”, ha denunciato recentemente a più riprese l’insostenibilità di norme della circolazione stradale frutto di una filosofia integralista e iniqua. Oltre al catastrofismo climatico – generato da un fanatismo ambientalista che oscura i lumi della ragione e inneggia addirittura al pensiero unico totalizzante e alla decrescita economica -, ora il giustizialismo esasperato contro gli automobilisti riesce a dar vita a dei soprusi intollerabili in uno stato di diritto. L’abbiamo scritto a più riprese: ormai nel nostro paese siamo giunti al paradosso che per chi pigia sull’acceleratore, senza provocare danni particolari, si prospettano pene ben più severe di chi commette reati realmente gravi, come la rapina a mano armata.
E che dire, poi, della denominazione di “pirata della strada”, affibbiata arbitrariamente, violentando, come ha giustamente scritto un giornalista, il significato reale della lingua italiana, a chi semplicemente supera i limiti di velocità? Mi si dice che forse, a Berna, hanno tradotto male, partendo dalla formulazione in lingua tedesca. Suvvia, non scherziamo! Possibile che i traduttori non riescano ad aprire un vocabolario e leggere che, in italiano, il pirata della strada è colui che, dopo aver investito qualcuno, si dà alla fuga senza prestare o chiedere soccorso?
Intanto, l’ultima cattiva e drammatica notizia al riguardo viene dalla Romandia e si riferisce alla condanna per “pirateria stradale”, da parte del Tribunale federale, ad un poliziotto che, con l’autovettura di servizio, a Ginevra inseguiva un ladro, superando i limiti di velocità. Ho dovuto rileggere la notizia per accertarmi che fosse vera. Signori politici federali, non sarebbe ora di muoversi concretamente contro un’ingiustizia che è ormai diventata delirio?
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Un piccolo passo nella degenerazione della specie, un grande passo nello stravolgimento del diritto. Da Italiano, credevo che noi fossimo i primi, in queste specialità.