Passepartout

Poco oltre il solstizio d’estate, quando pareva che il “caso Bertini” fosse risolto

Secondo voi in politica è importante ricordare (ogni tanto) il passato? Secondo me sì, anche se il presente ti governa e ti assilla, e il futuro ti lusinga con sogni di gloria.

Sono andato a rileggermi, per curiosità, l’articolo che Ticinolive ha pubblicato il 28 giugno 2019, quando i candidati PLR al Nazionale si presentarono ai militanti del partito.

Da allora sono passati solo sette mesi.

* * * 

Il PLRT vara la lista per Berna. La candidatura Genini non passa. ¦ Un applauso per Michele Bertini

28 giugno 2019

Palazzo dei congressi. La lista PLR per il Nazionale è stata approvata così com’era stata proposta dall’Ufficio presidenziale: Bertoli, Cattaneo, Farinelli, Ferrara, Pfyffer, Spano, Steiger, Valenzano Rossi. “Tre donne!” mi dice Mari Luz, tutta fiera.

Di un soprassalto finale, che poteva risultare interessante ma si è concluso in modo insoddisfacente parleremo dopo.

Giovanni Merlini sarà candidato “senatore” (termine improprio che tutti usano). Non correrà per il Nazionale rischiando, nel caso infausto, di restare a mani vuote (ma pochi ci credono).

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In apertura il presidente Caprara ha sganciato, a sorpresa, un piccolo annuncio-bomba, dichiarando che il Vicesindaco di Lugano Michele Bertini continuerà a svolgere la sua attività politica (sinora contraddistinta da notevoli successi). Normale, si dirà. Forse, ma non così scontato. La cosa ha implicazioni ovvie per quanto riguarda le Comunali 2020.

Per il partito sicuramente una buona notizia. Per il Vicesindaco (opinione nostra) un’ottima decisione. Leggerò con interesse la sua intervista rilasciata alla Regione.

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Gli otto candidati hanno avuto ciascuno tre minuti di tempo per il discorsetto rituale. I favoriti sono – secondo l’opinione comune – Cattaneo e Farinelli. In terza posizione metteremmo Natalia Ferrara, volitiva e determinata. “Voglio vincere – ha detto e scritto – per portare a Berna ciò che ho imparato”.

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La candidata numero 9. Era l’avvocatessa Simona Genini, della quale si è parlato nei giorni scorsi sui media (in particolare sul Corriere). Chiaramente il Comitato cantonale, sovrano nella designazione dei candidati, non era tenuto ad approvare la rosa composta dall’UP.

L’avv. Genini prende la parola e tiene un discorso lungo, a nostro avviso abbastanza infelice, poiché infarcito di elementi personali, autoreferenziali, a tratti divaganti. Un’occasione (ammesso che ci fosse) mancata. In sostanza pone la sua candidatura (e ciò è assolutamente legittimo).

A questo punto sarebbe logico votare sui nove nomi, eventualmente a scrutinio segreto (come suggerito da Matteo Quadranti). Ma Caprara, accortamente, mette ai voti per incominciare il “pacchetto” dell’UP , “volete gli otto, sì oppure no?”.

76 Sì, 27 No, 18 Astenuti. Finito.

A cose fatte Giovanna Viscardi osserva che la candidatura Genini doveva essere messa sullo stesso piano delle altre otto, e votata con esse, per così dire “in parallelo”. Ciò che non è stato. In un certo senso il presidente ha commesso una forzatura.

Più sì che no. Ma evidente e grave l’errore di timing di Giovanna, intervenuta “fuori tempo massimo”.

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Non è chiaro (a noi) il senso di questa operazione, che non può essere considerata irrilevante. 27 + 18 sono 45 voti tondi.

* * *

Il 28 settembre il PLRT andrà a congresso, con tanto entusiasmo e tante speranze.

 

Relatore

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