Una devastante esplosione ha avuto luogo questa mattina nella capitale somala, durante l’ora di punta, in un posto di blocco che è anche un punto di riscossione delle tasse per il governo. Si parla di almeno 70 morti e oltre 100 feriti, ma un portavoce del governo ha riferito che il bilancio delle persone decedute potrebbe aumentare considerato i feriti che sono stati trasportati in ospedale di Medina.
Il sindaco della città Omar Mohamud Mohamed, arrivato sul luogo dell’attentato ha dichiarato che due cittadini turchi, alcuni bambini e molti studenti universitari erano tra le persone uccise. Un piccolo gruppo di ingegneri turchi era presente al momento dell’esplosione perché stavano realizzando una strada dal checkpoint alla città. La Turchia, insieme al governo del Qatar, sta finanziando importanti infrastrutture e progetti nel campo medicale nel paese somalo.
Le immagini raccapriccianti mostrano telai di veicoli contorti e diversi corpi sparsi a terra, alcuni coperti di sangue. Testimoni hanno descritto la scena come una carneficina. Nessun gruppo ha ancora rivendicato la responsabilità dell’atto terroristico. Si pensa sia opera di Al-Shabab, un gruppo militante islamista alleato di Al-Qaeda che è stato costretto a lasciare Mogadiscio nel 2011.
Sono alte le preoccupazioni sulla disponibilità delle forze armate somale ad assumersi la responsabilità della sicurezza del paese, Al-Shabab controlla ancora parti delle regioni meridionali e centrali della Somalia. Il gruppo terrorista, che spesso compie simili attacchi in importanti posti di blocco e negli alberghi, si finanza attraverso estorsioni perpetuate ai danni delle imprese e dei turisti. Il loro tentativo è quello di minare il governo che è sostenuto dalle truppe delle Nazioni Unite e dall’Unione Africana, l’organizzazione internazionale cui aderiscono tutti gli stati africani tranne il Marocco e il Madagascar.
Il gruppo islamico Al-Shabab è accusato anche di un altro brutale attacco mortale avvenuto nell’ottobre del 2017 a Mogadiscio quando un camion bomba è esploso accanto ad una nave cisterna creando una tempesta di fuoco che ha ucciso quasi 600 persone.
Le autorità governative hanno chiesto al personale medico di non divulgare le notizie come hanno fatto in passato, e ai giornalisti è stato fatto divieto di andare sul luogo per intervistare i sopravvissuti. Molti feriti gridavano aiuto subito dopo l’attentato, ma la polizia ha aperto il fuoco allontanando i primi soccorritori che abitano nelle vicinanze usciti dopo aver sentito l’esplosione.
La Somalia è colpita da continui conflitti da quando nel 1991 è stato rovesciato il dittatore Mohammed Siad Barre, ufficiale delle forze armate salito al potere nel 1969 con un colpo di stato militare, dopo una guerra civile scoppiata alla fine degli anni ottanta del secolo scorso.
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