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Le dimissioni del min. dell’Istruzione Fioramonti e il problema dell’Italia con Cultura-Istruzione

Lorenzo Fioramonti (professore ordinario di economia politica, appartenente al Movimento Cinquestelle, ormai ex ministro dell’Istruzione del governo Conte-bis si è dimesso stamane. Al premier ha scritto una lunga lettera in cui scrive le motivazioni della propria scelta. “Ci vogliono investimenti subito” ha detto “due miliardi per la scuola e uno almeno per l’Università”. L’ultimatum risale al 5 settembre (quando il governo Conte-bis si era da poco installato), e la scadenza par essere avvenuta a ridosso del nuovo anno.

Fioramonti si è dimesso, dopo che la manovra del governo, raggiunto l’iter, ha palesato il mancato raggiungimento dell’obiettivo del suo ministero.”Sarebbe servito più coraggio” ha detto”da parte del governo”.

Da parte mia, quello che penso sia una gravissima mancanza dell’Italia, è la mancanza – letterale – di cultura da un lato, e, dall’altro, la scissione del concetto di cultura da quello di politica e di istruzione.

Occorrerebbe unire e scindere, per riconoscere il meglio degli estremi e le loro parti comuni: unire i due ministeri della Cultura e della Pubblica Istruzione, proprio perchè la cultura è istruzione e viceversa. Occorrerebbe scindere i sottoinsiemi, come la scuola primaria da quella secondaria: che senso ha bandire concorsi che inglobano insegnanti con titoli diversi, istruzione completamente diversa (quello che studia un professore è totalmente diverso da quello che studia un maestro elementare); occorrerebbe poi ascoltare:  direttori museali, insegnati, studenti. (Che senso ha agire senza il volere del popolo? La riforma Franceschini o la riforma Gelmini sono state attuate senza il consenso degli “addetti ai lavori” e non hanno generato che scontento.)

E per quanto riguarda il mancato bilancio, occorrerebbe accontentarsi. I grandi del passato non crebbero in aule multimediali con lavagne lim. Ma questa è un’altra storia.

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