di puntonemo
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Trasformiamo questo lungo commento critico di un blogger in articolo.
Approfittiamo dell’occasione per scusarci con le persone (in verità non molto numerose) che pubblicano commenti su Ticinolive. Abbiamo trovato ieri, eseguendo un controllo di routine (non frequente), 35 commenti nello Spam (quasi tutti validi ed accettabili) e 163 commenti “da approvare” (perfettamente plausibili).
Siamo intervenuti ma non conosciamo la causa di questo fenomeno.
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puntonemo Et voilà… tutti in coda – of course – con pensieri e pensierini intesi a considerare, rivalutare, rispolverare la posizione del liberalismo in seno alle democrazie occidentali:
– ll mondo liberale è migliore. Una ventata d’ottimismo – Deirdre McCloskey
– Viva il Natale, una festa liberale (parbleu!) – di Alessandro Speziali…
… et cetera.
Una pillola liberale al dì…
… vuoi vedere che la perdita di consensi del liberalismo elettorale faccia perfino paura ai… natali liberali?
Sembra di assistere a un accanimento reattivo agli evidenti risultati popolari che lasciano perfino presagire – invece – un possibile declino della formula che ha fatto la fortuna di un “mitico” capitalismo… circoscritto. Bene, allora vi consiglio di mettere sotto l’albero un saggio (uno dei tanti) che ben descrivono “Il tramonto del liberalismo occidentale“/Edward Luce) che fa… luce sull’ormai obsoleto (parrebbe) impianto liberale.
Salviamo il salvabile sembra (invece) la formula ancora vincente alle nostre ristrette latitudini periferiche. E lì bisogna subito intendersi. Non credo si possa sempre e comunque attingere a somme teorie relative al pensiero liberale accademico depurato da ogni effetto collaterale, inclusa la neo-schiavitù documentata e crescente, cercando di inquadrare, perfino giustificare, un presente che sembrerebbe smentire le lezioni dei “padri”.
Si narra che, oltreoceano, (tanto per gradire) il venti percento degli abitanti di quella invidiata democrazia… liberale, possiedano il 93% di tutti gli averi finanziari in circolazione. Cose da far sussultare un concetto ribadito, pare da Tocqueville, secondo il quale la democrazia (conquista liberale?) è (dovrebbe essere) la società dei simili. Certo è che novanta sui cento interrogati di quella meravigliosa landa di liberality, in una recente ricerca considerano come inevitabile la riduzione del divario tra privilegiati e nullatenenti. Proprio perché si sta assistendo alla affermazione di due popoli tra loro estranei, che non hanno più nulla di liberale da condividere, come se vivessero su due pianeti diversi: uno, appunto, liberale e l’altro… un po’ (tanto) meno. E questo parrebbe dipendere dal merito (nella versione mitico-liberale), mentre nella realtà dei fatti… più semplicemente dal letto nel quale sono stati concepiti.
“La competizione c’è sempre stata, è una delle molle dell’esistenza, una delle componenti dell’umana natura. Ma la novità di oggi è che essa ha sottomesso tutte le altre componenti, ha soggiogato le istituzioni, il pensiero, la tecnologia, il costume e perfino i sentimenti e gli affetti. Ha ridotto gli uomini a puri animali da combattimento,(*) dediti al più assoluto egoismo per poter sopravvivere, avere successo e sconfiggere i concorrenti.” Carlomarx? Noo!: Ralf Dahrendorf, sociologo d’ispirazione… liberale.
(*) Basterebbe (inoltre) aggiungere due o tre titoli apparsi oggi sulla stampa nostrana che confermano il pensiero dahrendorfiano.
puntonemo
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