“La fede, specialmente in Europa ma pure in gran parte dell’Occidente non costituisce più il presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene persino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata”.
“Non siamo nella cristianità, non più! Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati. Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica”.
papa Francesco
* * *
Le parole del papa sono realistiche. L’Occidente sta abbandonando la chiesa. Ma (a nostro giudizio) è il papa stesso che sta accelerando questo abbandono. Sarebbe stolto negare che molte sue parole, atteggiamenti ed iniziative suscitano sconcerto e amarezza in una vasta cerchia di fedeli.
Se l’Occidente è perso, sorgerà (forse) una nuova chiesa, in nuovi territori, con nuove e diverse masse di adepti. È la visione e la speranza del papa.
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Il libero arbitrio responsabilizza l’uomo che quindi é responsabile di Auschwitz come lo é Adamo quando decide di assaporare il frutto dell’albero della conoscenza nel giardino dell’Eden. Ciò che chiede ragione é la sofferenza di cui l’uomo non é responsabile, quella dell’orfano che piange la madre uccisa dal terremoto e che per il credente non può non chiamare il causa il Creatore: “cosa facciamo ?” ha detto papa Francesco rivolto a Dio dopo il terremoto del centro-Italia.Sembra un modo soft di chiedere “perché?” .Ma il credente non chiede perché. Difronte al silenzio del Creatore per lui non c’è che una risposta: “credo quia absurdum”. Solo cosi riesce a spiegare la fede di Abramo disposto al sacrificio del figlio ( di cui parla Kierkegaard in “timore e tremore” )per obbedire al comando di Dio.
Si può vedere il mondo come un laboratorio ma(riferito sempre alla sofferenza di cui non é responsabile l’uomo) se questo si risolve in una lotteria,una roulette che assume i contorni di un gioco crudele vien da chiedersi se il Dio Creatore non sia per l’uomo una complicazione inutile, se non é ora che l’uomo esca da quella che Freud ha chiamato la nevrosi infantile e assuma senza interferenze soprannaturali in prima persona tutta la responsabilità. E allora l’orfano che soffre per la madre uccisa dal terremoto capirà che il mondo é disegno meno intelligente, orologio meno perfetto di come glie l’hanno raccontato.