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Il Friday for Future divenne mondiale (Ma i manifestanti sono forse vegetariani e in bicicletta?)

Il Friday For Future, lo sciopero indetto da Greta Thunberg un anno fa, dall’Europa si è spostato al mondo intero: l’attivista sedicenne svedese ha parlato ai microfoni nella Grande Mela mentre il suo volto rotondo da bambina compariva simultaneamente sui mega schermi newyorkesi. Non più le treccine, per la ragazza, ma un’unica lunghissima treccia castana chiara, immutato invece il volto, serio, inquieto, adulto.

Dall’alto del palco l’appello ai politici “è inutile fare selfie con noi, se le vostre promesse sono vane.” poi la stoccata finale “se vi sentiti minacciati da noi, questo è solo l’inizio. Noi siamo inarrestabili”

Giovani e giovanissimi hanno aderito allo sciopero contro il cambiamento climatico mondiale, sfociato nello Youth Climate Summmit alla presenza del segretario generale dell’ONu, Antonio Guterres, a New York.

Greta auspica “vere azioni sul clima” dicendosi poi pronta per parlare all’assemblea generale, che si terrà domani, lunedì 23 settembre, e che la sedicenne dice “spero sarà un successo”.

L’opinione pubblica è certamente divisa di fronte al successo della ragazza: vi sono i più brutali, come Vittorio Feltri, che giudica “inesistente” il cambiamento climatico e nomina “sprovveduta da fermare” la Thunberg, appellando “una massa di deficienti” coloro che la seguono.

Poi vi sono i “concordanti moderati” che vedono in Greta si una “marionetta del potere” pur riconoscendo, però, che il cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacciai e la deforestazione siano problemi reali e gravi, che necessitino però di un interprete più autorevole, come uno scienziato, magari.

Le critiche arrivano anche dai “concretisti” che contestano agli attivisti la loro incoerenza: sono forse vegetariani (gli allevamenti intensivi esalano il 18% dei gas serra), e girano sempre in bicicletta?

I 22000 manifestanti forse non agiscono poi così concretamente.

Concretamente, la Germania intende ridurre le emissioni dei gas serra del 55% entro il 2030; l’italia invece pensa già ad applicare le imposte, che fanno già assai discutere, sapientemente bollate come “ecogreen” su benzina e … aeri: in arrivo,infatti, nuove tasse per chi vorrà volare.

 

Relatore

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