Le manifestazioni a Hong Kong hanno portato ad un risultato molto concreto: la leader Carrie Lam ha annunciato nel corso di una conferenza stampa che l’emendamento sull’estradizione, oggetto di violente proteste da parte di un milione di cittadini, è stato sospeso. “L’emendamento ha causato molte divisioni nella società, dubbi e fraintendimenti” ha dichiarato la Lam sottolineando che il governo si prenderà del tempo per decidere, “dobbiamo tenere a mente gli interessi più grandi di Hong Kong, come riportare la pace e l’ordine” ha aggiunto la leader.
Le proteste degli scorsi giorni hanno provocato violenti scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine causando 81 feriti e 11 arresti. Per questa domenica era prevista un’altra grande manifestazione e forse proprio in vista di questa che la Lam ha deciso di prendere la decisione di sospendere la legge. Alcuni media riferiscono che la leader di Hong Kong avrebbe discusso con le autorità cinesi prima di diffondere la notizia.
Gli oppositori della Lam tuttavia hanno sottolineato come secondo loro si sia trattato piuttosto di una ritirata tattica che di una vera sconfitta e che la legge verrà prima o poi ripresa in mano. E infatti, nonostante le manifestazioni abbiamo avuto successo, i cittadini non hanno indietreggiato e stanno continuando a protestare. I cartelli “Carrie Lam dimettiti” e “Non sparate agli studenti” svettano sulla città e segnalano la scontentezza generale per il governo e per come la situazione sia stata gestita dalla polizia. Dal canto suo la governatrice di Hong Kong sta cercando di calmare le acque e si è scusata con l’opinione pubblica per “carenze da parte del governo che hanno provocato grandi contraddizioni e dispute nella comunità di Hong Kong. Per questo, in molti sono rimasti delusi e intristiti. La chief executive si scusa con i cittadini e promette di accettare le critiche con la maggiore sincerità e umiltà possibili”, si legge in un comunicato diffuso dal governo.