Racconta di lui repubblica, il suo giornale: Aveva lavorato con direttori come Scalfari, Ronchey, Fattori, Nutrizio e Di Bella. Aveva visto il mondo con gli occhi del mestiere, che obbliga a indagare, decifrare, capire. Bruxelles, giovanissimo, poi New York, Mosca, Parigi, Tokyo, Roma con il caso Moro, di nuovo e definitivamente Washington, l’America dei suoi figli Guido e Chiara e dei suoi nipoti. Ma l’ancoraggio del suo mondo privato era Alisa, a cui leggeva i pezzi in cucina prima di spedirli, la compagna che lo accompagnava nei viaggi, che gli faceva da sparring partner, quando masticava un avvenimento elaborandolo, prima di cominciare a scrivere.
Ezio Mauro, suo ex collega lo ricorda così: Viveva il giornalismo, non lo interpretava. E infatti il Vittorio privato, quello dell’amicizia, era uguale al suo ruolo pubblico. A cena, in redazione, nei viaggi, negli incontri ogni vicenda, qualsiasi fatto, tutti gli avvenimenti grandi o piccoli di cui si parlava per lui prendevano automaticamente il format del racconto, come se fossero pronti per essere scritti, o addirittura come se fossero avvenuti per finire nella rete del suo giornalismo. Che li reinterpretava rendendoli simbolici, o almeno emblematici, comunque esemplari.
A Lugano si terrà una veglia di preghiera contro l'omobitransfobia. L'intento è nobile: tutelare una…
Francesco Pontelli - Economista - 28 Aprile 2025 Si rivelano fondamentale la definizione quantitativa e le…
L’insieme di tutti i punti dello spazio aventi da un punto dato (centro) una distanza…
Alisa - che era provvisoriamente scomparsa ma che all'improvviso è ricomparsa - sfoga tutta la…
Non me ne intendo troppo di sistemi binari, anche se credo siano quelli che stanno…
Tommaso Berletti Dopo aver dato una panoramica sul messale romano, sull’Avvento e sul Natale fino…
This website uses cookies.