Altaforte e Pivert sono marchi fondati da Francesco Polacchi, un giovane imprenditore romano. Tutto normale, se non fosse che a una parte dell’opinione (pubblica?) non “va giù che egli sia di Casapound e, di conseguenza, i suoi due marchi, il primo è una casa editrice, il secondo è una catena d’abbigliamento, sarebbero “fascisti”.
Lo dimostra il Salone del Libro che tra le polemiche apre con l’estromissione, di fatto, della Casa editrice Altaforte. con l’accusa, chiara e netta, di essere nientemeno che fascista.
Poi c’è Chiara Giannini, un’altra giornalista (di zone di guerra) etichettata come fascista, per aver fatto un libro-intervista a Matteo Salvini “Io Sono Matteo Salvini.” Anche il suo libro, edizioni Altaforte, è stato estromesso dal Salone di Torino.
La donna scrive che denuncerà.
Poi vi è l’editore Giubilei, della casa editrice Historica, che è stato minacciato di finire come “a piazzale Loreto. Anche Giubilei ricorrerà a vie legali.
Il ministro Bonisoli firma l’estromissione “sono state dette cose gravi” dice. Polacchi ribatte, con un lungo post d’accusa e difesa su Facebook. Gli risponde il Presidente della Regione Chiamparino: “la Costituzione è antifascista. Si ricordi delle leggi Scelba e Mancino”.
Nel frattempo Pif, comico il cui vero nome è Pierfrancesco Diliberto, interviene sul caso Altaforte: “una società sana la farà fallire” dice “hanno vinto i partigiani, ha vinto la democrazia, quindi nessuno vieta a un editore di pubblicare libri fascisti. Sarà la società sana, antifascista, a far fallire quella casa editrice, perché, si spera, nessuno comprerà quei libri”.
Il fumettista Michele Rech, noto come Zerocalcare, risponde che la scelta di estromettere dallo stand una casa editrice di stampo fascista sia stata dettata dalla logica, lui, infatti, aveva minacciato di disertare il Salone del libro qualora fosse stato presente lo stand di Altaforte.
Luigi Di Maio è invece sibillino, a riguardo: “la polemica è un espediente per provare a vendere più libri”. Dice a La7.
Mattarella, nel frattempo, invita a non dimenticare “quel che successo ad Auschwitz, con un richiamo a Primo Levi e “ai valori che ha vissuto e trasmesso”.
Una sopravvissuta di Auschiwtz, una delle ultime superstiti, Halina Birenbaum, nel frattempo, ringrazia per la “coraggiosa decisione” di rimuovere lo stand di Altaforte.
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