Si è costituito un gruppo formato da rappresentanti dei partiti politici e della società civile, il quale ha deciso di esporsi in prima persona per affermare «un chiaro NO alle ulteriori inutili restrizioni alla legge sulle armi» in votazione il prossimo 19 maggio. «Schengen non è in pericolo ma le nostre libertà sì!» scrive il gruppo nel suo comunicato.
Per il gruppo i principi che stanno alla base di questa modifica di legge “sono assurdi e sono un grave pregiudizio per le libertà e i diritti nel nostro Paese: oggi si vota sulle armi, ma domani? Dove potranno ancora venir applicati tali principi ingiusti, sproporzionati, inutili e, non da ultimo, antisvizzeri?”
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È importante opporsi nel merito al diktat dell’UE? Naturalmente sì. Ma a nostro avviso ancora più importante è il tentativo, che riveste anche una valenza psicologica, di contrastare l’atteggiamento rinunciatario e servile nei confronti dell’Unione europea e il “sinistrismo strisciante” (o “politicamente corretto”) che affligge i partiti storici.
L’elenco degli aderenti è nutrito e comprende alcuni nomi di peso. Quanti socialisti? Logicamente nessuno. Quanti PLR e PPD? Troppo pochi, s’intende, ma qualche coraggioso appare all’orizzonte. Il folto gruppo potrebbe anche crescere, se qualche liberale seguisse il Vice Sindaco di Lugano on. Michele Bertini e qualche PPD il presidente dell’AITI e consigliere nazionale on. Fabio Regazzi. Non si sa mai. Dio è grande e i miracoli non sono esclusi.
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Questa la composizione, a oggi, del Gruppo interpartitico.
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