La Procura generale messicana ha avviato un’inchiesta sulla morte di un uomo italiano di 35 anni, Salvatore De Stefano, ucciso a colpi di pistola in un ristorante situato nel quartiere di Cuauhtémoc, zona centrale della Città del Messico. L’agguato è avvenuto mercoledì sera verso le 9.30 mentre la vittima era a tavola in compagnia di due altri amici italiani, Luca e Domenico di 35 e 55 anni.
Gli agenti investigativi hanno ottenuto le immagini delle telecamere di sicurezza del ristorante Bella Donna, che mostrano un individuo di carnagione bianca, tra i 25 e 30 anni, indossare una giacca nera e un berretto.
Entrando nel ristorante, l’uomo ha sparato due colpi di pistola direttamente a De Stefano senza colpire i suoi due amici seduti al tavolo con lui, poi è fuggito a bordo di una moto guidata da un complice che lo stava aspettando fuori il locale. De Stefano, ancora in vita all’arrivo dei soccorritori, è deceduto durante il trasferimento all’ospedale Rubén Lenero.
Sebbene la polizia sia intervenuta con rapidità, non è stato possibile fare nulla per trovare i responsabili, anche se la via di fuga dell’assassino è stata tracciata attraverso varie telecamere poste in diverse abitazioni della zona, al vaglio ora degli inquirenti.
I due amici italiani illesi se ne sono andati senza rilasciare nessuna dichiarazione agli agenti arrivati sul posto. Le indagini in corso vengono comunque svolte in collaborazione con l’ambasciata italiana che è in stretto contatto con il ministero degli Esteri italiano, il quale ha confermato che De Stefano vendeva macchinari industriali per la costruzione.
Sembra proprio questa la pista che le autorità locali stanno seguendo per cercare il movente. Non si esclude una vendetta infatti, per una truffa realizzata dal De Stefano nel vendere macchinari fatti passare per manifattura tedesca ma in realtà costruiti in Cina.
Un settore quello della vendita di macchinari industriali cinesi fatti passare per tedeschi che ricorda il rapimento e la scomparsa nel gennaio 2018 di altri tre cittadini italiani di origine napoletana, Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo, di cui non si è saputo più nulla.
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