Oggi, 24 marzo, 9 mesi prima di Natale, si celebra l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria giovinetta. La narrazione dell’incarnazione di Gesù è un soggetto splendido e misterico nella Storia dell’Arte.
Da Leonardo da Vinci, che la dipinse giovinetto (tanté che, sino alla scoperta dei disegni preparatori di Leonardo stesso, si ponderò ad attribuirla al maestro vinciano, poiché si pensò dapprima a una collaborazione del giovane artista con il Ghirlandaio, indi con la bottega del Verrocchio, dal quale Leonardo andava “a scuola”), mistico dipinto in cui (forse non lo sapete o non ve ne siete mai accorti, la giovane Maria sfoglia un libro di pergamena sulle cui pagine, trasparenti e mirabili, sono incise lettere di un alfabeto ad oggi mai decifrato. Decorazioni fantasiose o un vero alfabeto criptico, uno dei tanti misteri che Leonardo ancora ci lascia?
Pressoché coevo al maestro vinciano è il maestro fiorentino Sandro Botticelli in cui la scena s’intreccia sinuosa in una S in diagonale, mentre sullo sfondo si staglia una rocca su un paesaggio fluviale: al centro, un albero dai significati polisemici (il seme che diventa frutto, in primis.)
Il 400 fiorentino fu ripreso dalla corrente mistica nell’Inghilterra vittoriana dei Preraffaeliti, i quali, riprendendo il dolce sentire dei maestri del Rinascimento italiano, nonché la loro misticità, la loro polisemia di significati reconditi e simbolici, si riproposero come innovatori della contemporaneità nel nome della tradizione, riproponendo, in chiave medioevale o contestualmente storica, il medesimo stile.
Primo fra tutti e padre della Confraternita degli artisti fu Dante Gabriel Rossetti, inglese amante dell’italia tanto da darsi il nome del promotore della lingua italiana, il Poeta, e da tradurne in inglese la Commedia.
Nella Infanzia di Maria Rossetti mostra una fanciulla intenta a cucire, a ricamare lo stesso giglio (rimando al Paradiso, al regno dei Gigli, nonché alla purezza della Vergine) che troveremo sempre in un altro quadro di Rossetti: vegliata da un angelo bambino, sotto lo sguardo vigile della madre Anna, Maria cuce, come una fanciulla medioevale, o come una Madonna rinascimentale. Alle sue spalle Gioachino intento a legare le viti (chiaro rimando al vino, del dogma del Sangue di Cristo) e un paesaggio contestualmente estivo. Ritroviamo la medesima fanciulla, appena destatasi, nel successivo dipinto di Rossetti (il primo è del 1848, il secondo di pochi anni dopo), destata da un angelo giovinetto, che le porge, ancora, un giglio: alle spalle di Maria giovinetta, il medesimo ricamo ch’ella era intenta a tessere nella tela precedente. L’Annunciazione affascina i pittori di ieri, della Storia più recente e di quella universale.
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