Piena solidarietà di Ticinolive a Candida Mammoliti! Anche la posta di Lugano Besso, proprio sotto casa, è a forte rischio di chiusura. Sta tentando di salvare il salvabile, con molto impegno, Ugo Cancelli, presidente di Besso Pulita!, che ha raccolto parecchie firme. Ma il Gigante giallo, si sa… è spietato.
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La sentenza è arrivata anche a Pambio-Noranco. La Posta chiude i battenti e si trasferisce a partire dal 4 marzo in un angolo nella vicina farmacia, dove, insieme all’acquisto delle aspirine, potremo anche sbrigare alcune faccende postali. Se non fosse per l’aspetto comico che ha questa situazione, ci sarebbe solo da piangere. Siamo nella follia! Nessuno nei posti decisionali della pubblica amministrazione si è opposto a tale assurda decisione, nemmeno la Commissione Quartiere di Pambio, di cui ho fatto parte in passato e all’interno della quale mi ero sempre opposta alla chiusura postale.
“La Posta ha già deciso, a Berna hanno già deciso, la realtà è questa”, mi viene riferito nel manifestare la mia costernazione. Perché si decide al di sopra di ogni buon senso su un ente pubblico, la Posta è ancora un ente pubblico, benché parzialmente privatizzato (una SA a statuto speciale), senza prendere minimamente in considerazione il bisogno dei cittadini?
Che realtà è questa? Cosa è reale? Noi creiamo le nostre realtà, sempre soggettive, lo facciamo in ogni istante, con i nostri pensieri, con le nostre energie, con le nostre azioni. Si impone quindi la domanda, quali azioni vi siano dietro queste insensate decisioni.
Considerando il fatto che la Posta Svizzera regala alla Confederazione ca. 400 mio. di franchi all’anno, si intravedono facilmente le “realtà” che possono aver spinto alla chiusura di decine di uffici postali in tutta la Svizzera, con una perdita di molti posti di lavoro per la necessaria “razionalizzazione”. È evidente che queste “disposizioni legali”, che dir si voglia, e normative comportino delle notevoli difficoltà lavorative e famigliari. Solo una minima parte delle persone licenziate ritroveranno un impiego, men che meno quelle che hanno superato i 50 anni, di conseguenza si apriranno dossier negli uffici della disoccupazione e dell’assistenza sociale. Per quanti costi annui? Inoltre, le persone colpite perderanno potere d’acquisto, tanto decantato nella nostra società consumistica.
Quello che per certo è reale sono le cappellate, realizzate con indubbio successo, in questo e in altri ambiti social-economici dalla pubblica amministrazione! A mio modesto avviso urge un ripristinamento della Posta di Stato, con un implemento di mansioni amministrative, colmando cosi il vuoto lavorativo dovuto all’uso di internet da parte della popolazione per sbrigare le faccende postali.
Un grazie di cuore va alla Famiglia Fornasier e a tutte le collaboratrici, a tutti i collaboratori, per il loro lavoro svolto durante decenni alla Posta di Pambio-Noranco!
Candida Mammoliti
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