Il portale più a sinistra del Cantone (rivoluzionario e buonista, un godibile incrocio tra Che Guevara e Madre Teresa di Calcutta) spara oggi a zero contro uno dei suoi bersagli prediletti, il consigliere di Stato Norman Gobbi.
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Neanche tanto velata la cosa. Quelli di sinistra e le loro mamme e papà proteggevano e proteggono i brigatisti. Un po’ esagerata anche per un pallone gonfiato come Gobbi.
Dunque, qualche ricordino a Norman “smilzo” Gobbi va fatto. È inutile che la Lega continui a menare il tollone con i terroristi. Baragiola è svizzero, la naturalizzazione, approvata allora dal Consiglio di Stato, l’ha avuta agevolata e automatica perché svizzero da parte di madre. Non c’è nessun potere occulto dietro a una naturalizzazione a nome Baragiola quando il ricercato si chiamava Lojacono, nemmeno della segretaria delle Naturalizzazioni che ha firmato, nemmeno della RSI che lo aveva come collaboratore esterno in totale buona fede. Non provate neanche a insinuare una porcheria del genere, c’è un limite a quello che si può sparare sotto elezioni.
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Articolo stizzoso ma fiero, e con un tocco di coda di paglia. La verità del Gas è una verità… con lo sconto. Io c’ero e ricordo bene lo scandalo e lo sbigottimento del pubblico.
La Naturalizzazione, da cui tutto dipende, da cui dipese la salvezza del brigatista (non già la salvezza dell’anima sua; intendo l’impunità). Lojacono era un terrorista già condannato, ricercato dall’Interpol. Non è poco, ma tutto svanì come il fumo. Ciechi e sordi.
Molti cittadini non credettero alla “verità ufficiale” (e, sia chiaro, neppur oggi ci credono). Sospettarono complicità che, lo ammettiamo, non furono mai scoperte. Alcuni osarono scriverlo, ma con parole allusive, non troppo dure.
Il tutto appare inverosimile. A distanza di 32 anni ci prendiamo la responsabilità di dirlo. Ma il Gas ci crede. Okay.
Dalla Bolivia Cesare Battisti, il protetto di Mitterrand e di Lula (ma in fondo era un compagno), è volato in carcere. Mentre il Gas fa il bullo con l’odiatissimo Norman.
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Addendum. Un’ultima riflessione. Un brigatista ricercato dall’Interpol e già condannato all’ergastolo in Italia (14 marzo 1985) si rivolge all’amministrazione con il suo vero nome (Alvaro Lojacono). Obiettivamente, chi agirebbe così? Non è una follia?
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NOTA. Una lode a Tio per l’utile “dossier Lojacono”. Bel lavoro, bravi.
https://www.tio.ch/ticino/focus/1346976/questa-e-la-storia-di-un-brigatista
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