care concittadine e cari concittadini, amiche e amici,
grazie per essere qui con noi oggi, grazie perché la vostra presenza è segno di una comunità che si riconosce in un luogo e in un momento che vuole essere di condivisione, accoglienza, riflessione e speranza.
La cerimonia di Capodanno ha per me una duplice valenza. La prima è politica, e consiste nel fare un bilancio dell’anno passato e disegnare una prospettiva futura. Il secondo valore, cui tengo altrettanto, è umano, e vuole riconoscere il legame che c’è tra tutti noi, ossia l’aspirazione a una vita positiva, sia individuale sia collettivaQuando le cittadine e i cittadini vanno a votare esprimono anche il desiderio di vedere compiuta questa aspirazione. Essi scelgono i propri rappresentanti certi che questi opereranno per un Bene superiore e che, nonostante le differenze dei programmi politici, sapranno realizzare progetti e assicurare condizioni di base tali da favorire il massimo benessere possibile per tutti.
Quando si lavora per una città appare, evidente che “nessun uomo è un’isola”. “Quello che faccio – scriveva Thomas Merton nel suo saggio del 1955 – viene dunque fatto per gli altri, con loro e da loro. Ma a ognuno di noi rimane la responsabilità della parte che egli ha nella vita dell’intero corpo”.
Avrete ormai capito dove voglio arrivare: l’individuo e la famiglia sono le prime componenti, i tasselli più importanti di quel grande complesso pulsante che è la città.
Così come, d’altro canto, anche la Città è un’entità che si riconosce in una dinamica di collaborazioni sia orizzontali, con gli altri Comuni, sia verticali, con il Cantone e la Confederazione.
Il nostro operato mira quindi a consolidare e rinsaldare l’identità di Lugano promuovendo una società capace di condividere, favorendo una crescita economica sostenibile e riconoscendo la dignità di ognuno, nessuno escluso.
A questo proposito, cito ad esempio il tema del volontariato, il cui contributo alla coesione sociale è importantissimo. Ebbene, la linfa del volontariato in città scorre abbondante. Oltre 900 enti, associazioni e gruppi coordinano il lavoro di migliaia di volontari, attivi in tutti gli ambiti, dal sociale, al culturale, allo sportivo. Questa generosità rappresenta una ricchezza inestimabile e un vero sostegno per l’ente pubblico, oltre che la dimostrazione di un tessuto sociale sano.
I frutti sono, a mio parere, spettacolari. Ecco qualche esempio, anche se certamente non esaustivo: in molti quartieri si organizzano incontri settimanali a favore degli anziani, preasilo gestiti dalle mamme e biblioteche (abbiamo inaugurato anche diverse bibliocabine); si fanno lezioni di ginnastica dolce per gli abitanti e corsi di recupero per i ragazzi; è stato dato il via al progetto del Caffè Quartiere a Breganzona, sulle orme di quelli di Pregassona e Molino Nuovo; è stato approvato il concetto di case di quartiere e si sta lavorando insieme per la creazione di nuovi spazi condivisi su tutto il nostro territorio; con Pregassona e Molino Nuovo è stata elaborata la prima fase del Progetto quartieri sostenibili; e a Valcolla è partita l’iniziativa per un repertorio toponomastico della regione con il Centro di dialettologia cantonale… e molto altro ancora.
Questo capitale di partecipazione dei cittadini alla creazione di una città più bella, vivibile e accogliente è quanto di più prezioso ci sia.
E, passando da un capitale all’altro, non si può tacere che il punto di partenza per sostenere tutte le politiche settoriali, da un lato, e per investire in progetti di sviluppo per una crescita futura, dall’altro, occorre avere delle finanze solide.
Il preventivo 2019 ha sostanzialmente confermato il pareggio di gestione, permettendo al Municipio di raggiungere l’obiettivo di risanamento prefissato. Il prossimo obiettivo sarà quello di procedere a una graduale ma costante riduzione dell’indebitamento.
Un ringraziamento al rigoroso “ministro delle finanze” e a tutti i colleghi di Municipio: senza il supporto di questa squadra non sarebbe stato possibile raggiungere un risultato che nel 2014 sembrava un miraggio.
Come sapete, la cerimonia di Capodanno è un momento di amicizia, divertimento e riflessione. Ogni anno invitiamo su questo palco un ospite d’onore, una persona mossa da passione, lungimiranza ed entusiasmo. L’ospite di quest’anno è Alessio Petralli, noto linguista, fra i primi sostenitori dell’Università della Svizzera italiana, e direttore della Fondazione Möbius Lugano per lo sviluppo della cultura digitale, di cui ho l’onore di essere presidente.
Quando gli abbiamo chiesto la disponibilità a essere con noi oggi, oltre ad accettare con entusiasmo, ha detto una cosa fondamentale e bellissima: “Quello che mi muove è l’amore per Lugano”. È una dichiarazione di cui gli sono infinitamente grato, perché penso che questa – l’amore – sia una voce di bilancio che non abbiamo ancora inserito nei nostri preventivi ma che fa la vera differenza.
Mi piace immaginare la Lugano di domani come una “città innovativa, aperta, polo di riferimento fra nord e sud delle Alpi, con una propria identità fondata su valori comuni e attenta alla valorizzazione delle peculiarità e delle diverse realtà sul territorio”. Questa è la Visione che ci siamo dati nelle nostre con Linee di Sviluppo e che perseguiamo con molta determinazione.
Nel concreto, partendo proprio dalla Visione, dalla Missione e dai Valori della Città, stiamo progettando una realtà urbana completa in tutte le sue componenti:
Il tutto grazie a una Città più efficiente e digitalizzata che, prima con il PNA (Progetto Nuova Amministrazione) e poi con il nuovo ROD (Regolamento organico dei dipendenti), si sta sempre più avvicinando al cittadino con competenze e prestazioni mirate e di alto livello.
Colgo qui l’occasione per ringraziare anche tutte le collaboratrici e i collaboratori della Città, per il loro ruolo nell’accogliere e sostenere le riforme intraprese.
E non è tutto. Quest’anno abbiamo anche avviato una riflessione puntuale sul tema dell’innovazione. In questo ambito è in atto una vera, rapidissima, rivoluzione sociale, culturale e tecnologica, che la Città di Lugano vuole essere in grado di indirizzare, non di subire.
Perciò, abbiamo avviato una riflessione sia con istituzioni accademiche di eccellenza attive sul nostro territorio, sia portando il dibattito sui mezzi d’informazione di oltre Gottardo. Anche in questo settore, una presa di coscienza consapevole è un atto di responsabilità.
Fondamentale, per noi, è tenere ben presente che l’obiettivo non può che essere quello già enunciato pocanzi: migliorare il benessere e contribuire a una qualità di vita superiore per tutti, generare inclusione, cogliere l’opportunità per promuovere, grazie alla crescita economica, il progresso sociale.
Questo è il mio auspicio per il 2019, che possiamo essere tutti insieme, parte di una crescita rispettosa della dignità di ogni individuo, costruttori di reti e di relazioni, godendo appieno del percorso e delle esperienze che incontriamo lungo la via.
Marco Borradori, sindaco di Lugano
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