Riceviamo e pubblichiamo. Il testo non impegna la redazione.
Esso contiene una serie abbastanza impressionante di richieste, che lasciamo al giudizio del lettore.
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Da diverso tempo il sindacato studentesco denuncia la grave condizione di una crescente parte della popolazione giovanile che, priva di formazione, si ritrova catapultata in un circolo vizioso di disoccupazione, assistenza sociale e povertà dal quale difficilmente ci si riesce a sottrarre. Negli ultimi 5 anni i giovani in assistenza sono aumentati del 50% e tra di essi la maggioranza (il 60%) possiede unicamente la licenza di scuola media. Risulta dunque chiaro che è necessario agire a livello strutturale e modificare l’apparato educativo estendendo l’obbligo scolastico, affinché più nessun giovane debba trovarsi in questa situazione.
Nel caso la proposta venisse concretizzata, rimangono tuttavia da parte nostra delle perplessità circa la sua reale efficacia. Non vi è infatti la garanzia che, una volta compiuto il diciottesimo anno di età, un giovane abbia conseguito un diploma di grado secondario. Se consideriamo che spesso coloro che non hanno alcuna formazione provengono da condizioni sociali indigenti e precarie in cui faticano a trovare il proprio percorso formativo (e a completarlo nei tempi ‘canonici’), risulta evidente che i giovani che davvero necessitano di un supporto, legislativo ed economico, non beneficerebbero di questa eventuale modifica. Come rileva lo stesso Consigliere di Stato, “l’età adolescenziale è un periodo complesso e delicato, perché contraddittorio e teso alla ricerca della propria identità e autonomia, non solo professionale”: un giovane che si trova nella suddetta situazione ha quindi comprensibilmente maggiori difficoltà nel conseguire un titolo di studio secondario entro i 18 anni.
In conclusione, il SISA ritiene perciò urgente implementare dei miglioramenti nel complesso del settore scolastico e delle assicurazioni sociali: estendendo l’obbligo scolastico fino all’ottenimento di un diploma di grado secondario superiore (diploma d’apprendistato o maturità) e soprattutto immettendo più risorse nell’istruzione sarà possibile porre un freno alle dinamiche odierne. Parallelamente a tutto ciò, è assolutamente necessario riformare i meccanismi in seno ai servizi di assistenza statali, al fine di sostenere i giovani anche nelle formazioni non direttamente professionalizzanti (che al momento non vengono sussidiate).
SISA
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