Estero

Volontaria italiana rapita in un villaggio del Kenya

Silvia Romano, una giovane donna di 23 anni è stata rapita nella contea di Kilifi, costa sud orientale del Kenya mentre si trovava lì per svolgere attività di volontariato. Secondo la ricostruzione, alcuni assalitori armati di fucili Kalashnikov hanno raggiunto il villaggio dove lavorava Silvia e hanno fatto irruzione nel mercato locale dove hanno terrorizzato diversi abitanti ferendo cinque persone, tra cui alcuni bambini. Secondo altre fonti invece l’attacco sarebbe avvenuto direttamente alla casa per bambini gestita della ONG italiana Africa Milele Onlus per cui la ragazza lavorava. La dinamica del sequestro non è ancora del tutto chiara e non ci sono conferme per quanto riguarda l’identità dei terroristi.

Alcuni testimoni tuttavia hanno raccontato che gli uomini vestivano alla maniera somala e parlavano quella lingua, pertanto i sospetti per ora ricadono sugli islamisti somali di Al-Shabaab. Non sarebbe la prima volta che il gruppo terroristico miete vittime in Kenya: la strage più sanguinosa è stata compiuta per mano loro nel 2015 quando erano entrati in un campus universitario di Garissa uccidendo 150 studenti.  Per ora  nessuna fonte ufficiale ha confermato che la ragazza italiana si trova nelle loro mani. La Farnesina sta attualmente collaborando a stretto contatto con l’ambasciata italiana a Nairobi e con la famiglia della ragazza.

Silvia Romano è istruttrice di ginnastica artistica a Milano, era andata in Kenya come volontaria per trascorrere un periodo nell’orfanotrofio del villaggi di Likoni, non lontano da Mombasa. La ragazza teneva molto al progetto, tanto che aveva avviato una raccolta fondi online per investire maggiormente nella struttura e “accogliere un maggior numero di bambini che vivono attualmente nella discarica di Mombasa in condizioni estremamente pericolose per la loro salute”.

Davide Ciarrapica, fondatore dell’ONG Orphan’s Dreams e amico di Silvia ha dichiarato al Corriere della Sera che l’esperienza africana ha cambiato Silvia, tanto che aveva deciso di cambiare vita e dedicarsi interamente al volontariato: “Era venuta a trovarci qui a Likoni per dirci che sarebbe andata a Chakama come referente della ong Africa Milele, per aiutare i bambini del posto, farli giocare per strada sostanzialmente perché non hanno ancora nessuna struttura lì” ha raccontato Ciarrapica. L’uomo inoltre ha ricostruito l’attacco e il sequestro della ragazza: “Gli aggressori sono arrivato a bordo di un furgone, hanno fatto inginocchiare la gente e hanno iniziato a chiedere soldi, poi sono entrati nella casetta di Africa Milele e hanno preso Silvia, c’era solo lei con dei ragazzi del posto. Ora è in corso la caccia agli aggressori, ci sono elicotteri che stanno pattugliando la zona, non è chiaro se l’abbiano presa per uscire dal villaggio in sicurezza o per chiedere un riscatto”.

Eppure, secondo la fondatrice di Africa Milele, in quella zona del Kenya non sono mai successi episodi di questo tipo, era considerata un’area tranquilla. Il rapimento di Silvia dunque arriva come un fulmine a ciel sereno per famigliari e collaboratori. Ora la speranza è di ritrovare la ragazza sana e salva.

MK

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