L’evento espositivo è organizzato da Solares Fondazione delle Arti, in collaborazione con il Von Der Heydt Museum di Wuppertal, con il contributo del Comune di Parma, col sostegno di Iren e di CePIM – Interporto di Parma”. Interessante ciò che ha voluto sottolineare come idea di sviluppo di un territorio, come quella della food valley italiana, l’Assessore alla Cultura di Parma, M.Guerra :” dedicare, da qui al 2020 e oltre la sfida di Parma Capitale Italiana della Cultura, una attenzione particolare all’arte contemporanea dopo quella de “Il Terzo Giorno” la mostra che presentiamo oggi è un diverso esempio di questo percorso. Una mostra internazionale con due curatori prestigiosi che siamo orgogliosi di ospitare a Palazzo del Governatore, grazie anche alla forte collaborazione con l’assessorato del Turismo”. Ed è in questa sinergia con l’assessorato di C.Casa, ovvero quello del turismo, a trovare la chiave di volta. Lui stesso dice: ” eventi internazionali e prestigiosi come questa mostra sono investimenti preziosi per il turismo culturale che vogliamo continuare a promuovere, soprattutto nel periodo invernale, che risulta essere quello da sostenere maggiormente. Il titolo Unesco a Parma di Città creativa della Gastronomia ci sta dando molte soddisfazioni e i dati provvisori dei primi 7 mesi dell’anno registrano un incremento turistico del 9%, con 13% di presenze straniere: un buon risultato che vogliamo sempre più incrementare”.
E per concludere non si può segnalare la bella mostra su Jean Debuffet, l’Arte in GIoco: materia e spirito 1943-1985 nella prestigiosa sede di Palazzo Magnani fino al 3 marzo 2019. Nuovamente materia dunque, in una esposizione di ben 140 opere di un artista poco noto in Italia ma che ha segnato l’ambito dei disegni, delle grafiche e delle composizioni musicali oltre che poetiche e teatrali di un uomo, Debuffet appunto che come hanno sottolineato molto bene i due curatori, Martina Mazzota e Frederic Jaeger “Dubuffet fu un autentico homme-orchestre” ovvero un “artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l’arte viene a estendere il reale, viene a rendere visibile l’invisibile. Nelle sperimentazioni sulla materia e poi sul puro segno, anche in maniera provocatoria, ambigua, sconvolgente, egli risveglia nell’osservatore il senso di meraviglia, di stupore e di bellezza per il mondo, un mondo in cui verità e realtà coincidono. Con il suo rigore vitalissimo e intriso d’ironia, Dubuffet ha saputo estendere i limiti convenzionali dell’arte in maniera autonoma, originale e ancora feconda oggi: il gioco dell’arte”. Gioco dell’arte che si esplica anche nella bella sezione dedicata ai costumi e le scenografie dello spettacolo Coucou Bazar di “arte totale” tra pittura, scultura teatro, danza e musica che è stata realizzata anche in un’altra città italiana, Torino, nel 1978.
Il risveglio quindi della meraviglia, attraverso lo stupore della vita e dei sensi. Un vero percorso emozionale che solo la Food Valley Italiana poteva regalare. Da provare.
Cristina T. Chiochia
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