Ora come allora EOC e radical socialisti uniti contro il Cardiocentro
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Ci fanno sorridere quelli che affermano (e non sono pochi): “Al giorno d’oggi sinistra e destra non esistono più. Sono categorie superate, inadatte a interpretare il Terzo millennio”.
Egregi signori, esistono ancora! Le tocchiamo con mano ogni giorno. Anche nello scontro, via via più aspro, sull’Ospedale del cuore? Certamente, è addirittura un caso emblematico. Statalismo contro Iniziativa privata, Socialismo contro Liberalismo.
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Fa sorridere che gli esponenti dell’area politica che da 25 anni contrasta in ogni modo il Cardiocentro, si auto definiscano come coloro che “vogliono davvero bene all’ospedale del cuore”. Gli vogliono talmente bene che prima hanno cercato di stroncarlo nella culla, poi hanno provato a mettergli i bastoni tra le ruote e ora vogliono distruggerne il futuro.
Scorrendo la lunga lista di esponenti che compongono la compagine, non manca proprio nessuno tra gli avversari del Cardiocentro di ieri e di oggi. Compresi il Dottor Giorgio Mombelli e il Professor Giorgio Noseda, i quali sedevano nella Commissione di esperti che, nel 1993, sentenziò che il Ticino non aveva bisogno di un centro di cardiochirurgia (vedi allegato). Se fosse stato per loro, insomma, i pazienti ticinesi e loro famiglie avrebbero dovuto continuare a prendere il treno per Zurigo (quelli che riuscivano ad arrivare vivi oltre Gottardo, mentre gli altri…).
Fortunatamente l’alleanza tra EOC e radical socialisti venne sconfitta 25 anni fa e grazie a questa vittoria migliaia di vite sono state salvate. Oggi tutti pazienti cardiopatici ticinesi beneficiano sul loro territorio di un istituto di eccellenza riconosciuto a livello internazionale.
Purtroppo, però, anziché riconoscere il grossolano errore commesso due decenni fa, l’EOC e i radical socialisti pretendono ancora di imporre la loro visione, invece di rivolgersi a chi ha costruito il Cardiocentro da zero, chiedendo con umiltà quale sia la soluzione migliore per il futuro dell’ospedale del cuore.
Ora come allora – per il bene dei pazienti e del sistema sanitario ticinese – occorre opporsi a questa visione statalista e burocratica che, solo per ideologia e per ripicche personali, vuole finire il lavoro cominciato 25 anni fa.
Gruppo di sostegno GRAZIE CARDIOCENTRO
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