“La rilettura degli anni ’60 e delle vacanze sulla neve alla Camillo Mastrocinque con gli occhi degli anni ’80 e il gusto un po’ pariolino” scrive la rivista Rolling Stone, sono ciò che hanno reso unico Carlo Vanzina.

Una sceneggiatura per il popolo, non già volgare o troppo spinta, ma realista e divertente, talvolta sin troppo pungente, sazia di risate al punto giusto.

E chi nomina il suo film come un genere “basso” continua l’articolo, non capisce la profondità che, talvolta, anche la satira per il popolo, se ben fatta, richiede.

“E quello che dava e ancora seguita a dare noia alla critica benpensante e all’altro cinema” continua, concludendo, Rolling Stone, “è proprio la dote più clamorosa di Carlo regista, del saper unire, con leggerezza, ironia, eleganza, mondi diversi. La comicità più cialtrona con l’analisi politica, il generone romano e i critici più snob.”