Non è un segreto che l’intelligenza artificiale sia un argomento che fa discutere, ma se negli anni ’50 non era che frutto della fervida e lungimirante immaginazione di scrittori come Isaac Asimov, ora comincia a diventare una concreta realtà e le implicazioni etiche si fanno sempre più intricate.
Molte sono le critiche e i timori ma l’innegabile fascino di una mente artificale pare inarrestabile.
Ne sa qualcosa Google, che nello scorso maggio aveva presentato la sua sorprendente creazione, Duplex. Si tratta di un sistema pensato per prenotare hotel, ristoranti e visite tramite un assistente artificiale e il fattore più incredibile è la voce dell’Assistente Google che replica perfettamente quella umana, con tanto di intonazione e inflessioni
La presentazione aveva sollevato non poche polemiche da parte di chi sosteneva che ci fossero importanti implicazioni etiche e pratiche: per l’interlocutore dell’AI sarebbe quasi impossibile capire che dall’altra parte del telefono non c’è un essere umano. Ma Google non si è scoraggiata e ha messo a punto alcuni protocolli che impediranno di incorrere in errori di questo tipo.
In questa prima fase Duplex si limiterà a chiedere informazioni sull’orario di apertura ma non fisserà direttamente l’appuntamento o la prenotazione. All’inizio di ogni telefonata si identificherà come Assistente Google e tutte le chiamate verranno sistematicamente registrate per la tutela di ambo le parti ma anche per migliorare il servizio in futuro. Inoltre, nel caso in cui l’interlucotore desiderasse parlare con un essere umano, Duplex provvedederà ad inoltrare la chiamata. Per ora il servizio verrà testato solo negli Stati Uniti e solo con un ristretto gruppo di persone ed attività commerciali.
Queste modifiche rispondono alle critiche mosse alla compagnia dopo la prima presentazione in cui l’assistente aveva cominciato la telefonata senza specificare di essere una AI ed ha saputo portare avanti una conversazione estremamente realistica con tanto di pause, cenni di assenso ed esitazioni.
Far dire al sistema “Ciao, sono Assistente Google, chiamo per una prenotazione per conto del mio cliente” sembrava inizialmente un modo troppo formale per incominciare una conversazione spontanea ma questa frase introduttiva si è resa necessaria per motivi etici. Sulla perfetta imitazione della voce umana invece Google è stata inamovibile e si è rifiutata di dare a Duplex la classica inflessione metallica delle intelligenze artificiali più rudimentali, come Siri.
Quello che resta è il dilemma sulla reale utilità di un Assistente che fa prenotazioni, il valore aggiunto alle vite degli esseri umani pare essere troppo piccolo per un sistema così sofisticato. Occorre tuttavia non perdere di vista che tecnologie di questo tipo un giorno potrebbero svolgere mansioni molto più impegnative.
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Tali tecnologie non debbano rinforzare precedenti pregiudizi. Che
debbano essere progettate fin dall’inizio pensando alla sicurezza e alla
privacy. Roger Maibach