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Lugano. Il Vicesindaco vuota il sacco. Stasera Assemblea PLR, il barometro segna tempesta

Il Pensiero del giorno è assegnato al Vicesindaco di Lugano Michele Bertini (dal Corriere). Alle 20 si riunisce al Conza la Sezione PLR in assemblea straordinaria.

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«Adesso basta con questa storia del rottamatore. In questi mesi, durante e dopo le accresciute tensioni che hanno avuto quale epilogo le dimissioni della presidente sezionale, ho lasciato che mi si tacciasse di rottamatore per ambizioni personali e di burattino a vario titolo. Non ho mai voluto intervenire pubblicamente per dare la mia versione dei fatti, per non buttare ulteriore benzina sul fuoco e dar spunto alle strumentalizzazioni nell’ingenua convinzione che le istanze di partito e tutti coloro che condividono la stessa impostazione e i medesimi valori, soprattutto di rispetto, educazione e responsabilità verso le istituzioni, sarebbero intervenuti per non legittimare disinformazione e menzogne, anche nell’interesse del partito stesso. Così purtroppo non è stato».

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Un fulmine a ciel sereno? Non proprio, si avvertivano movimenti tellurici (se uno non era del tutto addormentato). Ma le dichiarazioni di Bertini, eclatanti, mettono le tensioni in drammatica evidenza.

Questa sera i Liberali luganesi hanno in programma l’elezione del nuovo presidente. Molti si chiedono se la “soluzione” concepita e pilotata da Giovanna Masoni sia saggia e possibilmente vincente. Il Partito nel 2020 dovrà affrontare un’elezione aspra e difficile, contro un avversario agguerrito e temibile. Bertini, agli occhi dei più, è la carta migliore in mano al PLR. Nel 2015 (elezione per il Governo) è stato brillante, anche se non ha fatto il miracolo, perché i miracoli spettano solo a Gesù Cristo e a Padre Pio. Bertini è elettoralmente molto forte. Nel 2016 – al netto delle preferenze automatiche che provengono dalle schede di partito – ha fatto 17 voti più del Sindaco.

La perdita di Lugano (2013) per il PLR è stata un colpo gravissimo, senza alcun dubbio paragonabile alla perdita della maggioranza in Consiglio di Stato. E l’elezione 2020 sarà una battaglia dura e spietata, contro un avversario aggressivo e ben insediato. Non sarà come organizzare un brunch al Turba o sfilare sotto un acquazzone al Pride (cose bellissime, non le sottovaluto affatto).

Stasera avevo un altro impegno ma (ne dubitavate?) l’ho annullato. La mia speranza: che tutti parlino liberamente e con sincerità. Sarebbe già una vittoria.

 

 

Relatore

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