Andrea Leoni è un giornalista interessante. Il partner di Marco Bazzi in LiberaTV. Estremamente provocatorio, sa essere “abilmente eccessivo”. Non ti lascia mai indifferente. Ha classe.
La tesi essenziale del suo articolo odierno è (secondo me) questa: la Chiesa cattolica non si salverà trasformandosi in “politicamente corretta”. Perderà il suo carattere e si “diluirà” nel mondo.
Si vuol piacere A TUTTI (anche agli avversari della Chiesa) ma quanto alto è il prezzo che bisogna pagare?
* * *
“Sono ateo. Sinceramente ateo. E neppure i convinti tentativi di agnosticismo sono fin qui andati a buon fine. Non sono perciò assolutamente in grado di suggerire a congregazione di uomini di fede, spunti e percorsi riformisti per le loro comunità. E me ne guardo bene: in troppi, tra noi senza dio, pretendono con arroganza di indicare mutazioni a una chiesa a cui non appartengono né hanno la minima intenzione di appartenere.”
(… …)
Da molto tempo ormai ci pare infatti di osservare una comunità pavida, confusa, con poco orgoglio, quasi imprigionata nella vergogna di rivendicare se stessa. Può darsi che dopo secoli di schiacciante maggioranza, sia più complicato del previsto scoprirsi minoranza, in casa propria. Il passaggio dal Governo all’opposizione è sempre traumatico per chiunque abbia una lunga storia di potere alle spalle. Ma se chi dovrebbe essere in prima linea nel proporre un modello di società fortemente alternativo rispetto all’attuale, difende i suoi valori e le sue battaglie fondamentali con un ruggito belato, è lecito chiedersi se questa voce abbia ancora una ragion d’essere.”
Andrea Leoni
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Traduco, per Leoni, il senso intrinseco della sua ultima frase: Il GdP ha tirato gli ultimi, pochissimi ne sentiranno la mancanza, i colonnelli-redattori troveranno (tramite le loro amicizie pesanti) lavoro da altre parti, mentre i salariati semplici lo prenderanno, come al solito, nel culo. Aggiungo (di mio): Non è vero che la Curia non ha proposto un piano di salvataggio. Questo esiste da tempo: Tavolino Magico, quello del frate sovente immortalato mentre riceve cospicui assegni dai "politicamente corretti".
Amen.
Se dopo 2000 Papa Francesco arriva a dire “per Dio é meglio non credere che essere un credente ipocrita” qualcosa vorrà pur dire.Suona come un’ammissione di fallimento.Se il Dalai Lama (quindi un religioso buddista)arriva a 80 anni a dire “la morale é più importante della religione” evidentemente le religioni hanno un problema.È il tramonto di un’era?L’uomo del XXI sec sta uscendo dalla nevrosi infantile (quella che per Freud è la religione)?Nel qual caso il periodo di incertezze nel quale viviamo sarebbe quello della crisi adolescenziale:l’homo faber ormai diventato homo technolicus, che da attore manipolatore sta diventando inconsciamente oggetto manipolato, fagocitato del suo potente giocattolo,la tecnologia? Un ibrido che vive all’insegna del carpe diem: il consumismo é il suo nuovo valore, l’edonismo la sua nuova morale, l’ateismo pratico(di chi vive come se Dio non esistesse perché ha cessato di essere un problema) la sua nuova religione. Come sarà da adulto in quella che per i positivisti sarà l’era scientifica? Se la religione non é un antidoto all’ipocrisia può essere antidoto alla disperazione.E l’ateismo riuscirà ad essere l’antidoto alle derive della civiltà che ha eliminato il sacro? Saprà l’adolescente del XXI sec. superare crisi, accettare la sfida, rompere definitivamente con il passato e camminare da solo verso l’ignoto con la sola bussola della scienza?O ricadrà in quella che secondo il paradigma freudiano é la nevrosi infantile dell’umanità e ritornerà a Casa?