Un'insegnante durante una lezione in classe in una foto d'archivio. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
In questi giorni l’incontrastata “vedette” è l’intervista al professor Zambelloni, che ha conseguito un numero straordinariamente alto – per il portale, che é “di nicchia” e non si sogna d’essere l’Huffington Post – di letture.
Ma anche Cavallero è interessante. Tranquillo, gentile, documentato, preciso. Non un trombone retorico. Non un venditore di fumo. Sul fronte della Scuola che verrà si sente impegnato a fondo.
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Infine, mi si consenta il termine, vi è il “refugium peccatorum” (o forse meglio “valvola di scarico”) degli apprendistati. Qui bisogna moltiplicare le scelte iniziali per tre: in breve quasi tutti finiscono poi lì, “oves et boves”, grami ma anche buoni.
Ecco, il quadretto idilliaco della nostra scuola è questo. Se non si vuole orientare e indirizzare i ragazzi per tempo, e soprattutto insegnare le cose necessarie, lo sbocco finale è questo. È già così adesso, non bisogna nemmeno aspettare la “Scuola che verrà”. Chissà, con questa semmai avremo un cadavere formativo ancor più perfetto.
Franco Cavallero
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