Appunti

NO alla sperimentazione della Scuola socialista – L’intervento di Sergio Morisoli in Gran Consiglio

TESTO INTEGRALE   Mettiamo in chiaro subito una cosa. A Bertoli va dato il merito di aver finalmente aperto il cantiere per una riforma scolastica. In questa legislatura che ha prodotto solo scandali e scandaletti e tonnellate di gossips va riconosciuto che la SCV è uno dei pochissimi progetti che abbia prodotto un progetto di lunga gittata.

Altrettanto schiettamente, diciamo che il cantiere aperto e il progetto promosso da lui e il suo staff: non ci piacciono, non vanno bene e sono perfino pericolosi.

Chi vuol difendere la scuola pubblica deve votare NO a questa sperimentazione. Votando SÌ non si difende la scuola pubblica statale, ma si promuove la scuola socialista statale.

Questa affermazione non è demagogia populista, è la realtà suffragata da un incarto alto 10 cm di documenti della SCV che non fanno altro che far emergere la direzione, la filosofia e l’ideologia sulle quali è impostata questa riforma.

Basta dire che questa documentazione prodotta in oltre 4 anni dal DECS la Commissione non l’ha mai affrontata, esaminata, selezionata, sezionata, dibattuta, verificata. La Commissione invece è stata vinta dall’abilità politica dell’on Bertoli: è riuscito a far saltare a piedi pari questo grosso lavoro di verifica inventando questa sperimentazione.

Una sperimentazione che si sa già come finirà e cosa, alla sua fine, fra tre anni ci proporrà: un impianto, un’organizzazione, un metodo scolastico socialista.

La sinistra da sempre vuole cambiare la società, le sue regole e i suoi valori tradizionali, conservatori (pensiamo alla proposta di abolire Natale e Pasqua); con la presa del DECS hanno capito di avere un’occasione storica: quella di allevare oltre 50’000 ragazzi per due o tre generazione secondo la loro visione del mondo e della realtà.

Oggi votando questa sperimentazione, che sperimentazione non è, non farete altro che cadere in questa trappola. L’on. Bertoli e il suo staff hanno deciso il tracciato della ferrovia, hanno posato i binari, hanno comprato i treni, hanno fissato l’orario dei treni, hanno creato le stazioni, hanno scelto chi ci sale e chi ci scende, hanno definito dove e quando fermare i treni. Tutto questo senza che la Commissione se ne sia mai occupata. Adesso ci viene detto lasciateci sperimentare tutto questo per 3 anni !

Dispiace vedere partiti come PLR e PPD che hanno tentato di fare una certa resistenza, l’abbiamo sentito nei loro interventi, alla fine hanno ceduto in cambio di poter scegliere come pitturare qualche scompartimento o di provare qualche bevanda in più durante questo tragitto.

E’ peccato che il PLR che ha un apparato di docenti, di direttori e di funzionari dirigenti nel DECS e una tradizione lunghissima, un know how notevole di scuola pubblica statale e non socialista, si sia inchinato alla volontà di Bertoli. E’ difficilmente giustificabile che un partito come il PPD pure presente massicciamente nella scuola, e nonostante abbia un’enorme capacità di dibattito interno grazie all’OCST docenti, anch’esso si sia inchinato dando questo sostegno contro natura.

La prova che non si tratta solo di una sperimentazione la danno nero su bianco lo stesso Governo e il DECS ecco la Cit. della lettera di Risposta del CdS alla Commissione scolastica lo scorso 4 gennaio 2018 alla Commissione scolastica pag. 2. “ Se è ben evidente che la sperimentazione di una riforma scolastica non equivale ad una decisione di attuazione, è altrettanto chiaro che il suo sbocco naturale è poi il processo di generalizzazione della riforma sperimentata. Non avrebbe infatti alcun senso sperimentare una riforma in astratto, solo per ottenere dei risultati scientifici da poi non utilizzare nella pratica.”

Ecco sinteticamente le ragioni del nostro NO:

NO a spendere 6,7 milioni di franchi inutilmente

NO a mettere sottosopra 4 sedi di SM (Aquarossa, Biasca, Tesserete, Caslano) su 36 per niente

NO a perdere altri 3 anni di tempo dopo averne già persi 10

NO a un esperimento che è una via senza ritorno e un risultato già predefinito

NO al finto esperimento del DECS di 20 punti su 26 della SCV, di fatto è già la SCV

NO a esperimenti senza criteri e obiettivi misurabili

NO a esperimenti che escludono temi importanti che da anni sollevano i docenti e i partiti

NO a creare inutili confusioni ai docenti e alle sedi scolastiche

NO a provocare inutili ansie e smarrimenti alle famiglie e agli allievi

NO a fare prove con modelli educativi già sperimentati altrove e abbandonati

NO a mettere al 1° Posto i sistemi e i metodi e al 2° il rapporto docente-allievo e i contenuti

NO a sostituire la parità di partenza con la parità di arrivo

NO all’egualitarismo verso il basso: abolizione dei livelli

NO all’abolizione delle note, del merito e dell’impegno personale

NO a una scuola autoreferenziale e in mano agli esperti e alla burocrazia e non ai docenti NO a una sperimentazione che non tiene conto delle reali sfide dei prossimi 20 anni

NO a una sperimentazione con solo il 2.9% di docenti di SM che la vogliono provare  NO a una sperimentazione sulla base dei risultati di una partecipazione solo del 14%  NO a una riforma dove l’86% dei docenti non si è espresso

NO a un esperimento senza prima un vero e ampio dibattito sulla riforma stessa della SCV NO a un esperimento senza l’analisi delle 103 risposte del sondaggio 2016 del DECS

NO a un esperimento che fa finta che il piano di studio provvisorio non c’entri

SÌ all’urgenza di riforma della scuola dell’obbligo ma non in questo modo

Le scuole, gli allievi, i docenti e i genitori non sono cavie per verificare concetti teorici che toccano modificano la vita di ognuno di loro.

Siamo contrari alla sperimentazione perché è sbagliata; ma soprattutto perché è la conseguenza diretta della riforma la scuola che verrà (SCV) che in buona parte non condividiamo.

La SCV è da noi respinta perché è una risposta sbagliata a un problema vero e serio: come preparare i giovani per affrontare le sfide dei prossimi 20 anni. Prevale una impostazione sproporzionata basata sulle competenze pedagogico-sociali anziché su quelle istruttive-tecniche.

Sergio Morisoli, presidente di Area Liberale

Relatore

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