Lugano: presidenti in Piazza. Nella foto il Presidente della Lega Giuliano Bignasca. © Ti - Press/Carlo Reguzzi
Ripubblichiamo la breve notizia che del fatto diede Ticinolive. Al momento della morte Giuliano Bignasca era candidato al Municipio di Lugano e il suo nome rimase sulla lista, perché a termini di legge non poteva più essere sostituito. Nell’aprile 2013 la Lega conquistò la maggioranza relativa nell’Esecutivo luganese e Borradori divenne sindaco.
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I Leghisti perdono il loro capo, Lugano il suo municipale, il Ticino un uomo – amatissimo e odiatissimo – che aveva saputo creare dal nulla, in 22 lunghi – e tumultuosi – anni, un “miracolo politico”: l’anti-partito, divenuto poi, con i crescenti successi, partito di potere.
Le implicazioni politiche, a breve e meno breve termine, di questa improvvisa dipartita sono notevoli. Per quanto attiene a Lugano 2013 viene a mancare uno dei principali candidati (e municipale uscente). Restano Borradori e Quadri, con ragionevoli possibilità (nostra valutazione) per Foletti o Amanda Rückert. Non si può assolutamente escludere un effetto psicologico di rebound con una valanga di voti emotivi riversantisi sulla Lega in memoria della grande Icona scomparsa.
Oggi 7 marzo 2013 i due mitici fondatori del Movimento non ci sono più. Flavio Maspoli ha preceduto di quasi sei anni il “Nano”, morendo il 12 giugno 2007 a Lugano.
Il governatore della Lombardia Roberto Maroni parteciperà alle esequie.
*** Questo fatto è stato ufficialmente smentito in un secondo tempo. In realtà Bignasca dopo la riunione di mercoledì sera non ha accusato malesseri ed è normalmente rincasato. L’autopsia, eseguita a Locarno venerdì mattina, ha escluso qualsiasi intervento di terzi.
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Un portale online ci ha chiesto di rispondere a 3 domande.
Come è cambiata la Lega dopo la morte del suo presidente-fondatore?
Francesco De Maria Quanto è cambiata? È cambiata tantissimo. Come è cambiata? Ha acquisito il gusto (così dolce, e nel contempo così amaro) del potere. I suoi principali capi (a parte il direttore del Mattino) sono diventati politicamente corretti. Il Nano non era politicamente corretto, Dio ne guardi. E neppure Flavio Maspoli. Pur mutando nella sostanza, ha saputo conservare (anzi accrescere) la sua presa elettorale, coinvolgendo anche numerose persone che militavano in altri partiti in un perenne stato di insoddisfazione. La Lega è stata combattuta malissimo, più incapaci e nulli di così non si poteva essere. Ma non è solo questo. Giuliano Bignasca ha saputo individuare e sfruttare un bisogno reale della gente, troppo spesso infinocchiata dalla politica.
Cosa resta oggi della sua Lega?
Della sua Lega io direi: molto poco. Della Lega, intesa come entità politica globale che si estende nel tempo: parecchio. Resta il potere conquistato progressivamente dai “folli di Dio” con le loro azioni provocatorie, restano le cariche, restano le “cadreghe” (termine amato da Quadri). Attribuisco al “timing” della morte del Nano un significato simbolico. Quando improvvisamente egli morì era in lista per il municipio di Lugano, e su quella lista rimase, anche da morto. La Lega conquistò la Città e quella fu la sua più grande vittoria. Missione compiuta! E vita finita. Detto un po’ brutalmente: la Lega ha perduto la sua anima ma ha conservato (e persino ampliato) il suo potere. Sono diventati – e non vuol essere un complimento – (quasi) come gli altri.
Se oggi il Nano fosse vivo in quale battaglia sarebbe impegnato?
Secondo me si batterebbe per l’indipendenza del Paese e per resistere alle pressioni dell’Unione europea nell’intento di indebolire la nostra sovranità (o, al limite, distruggerla). Lui non avrebbe mai detto “margine di manovra nullo!” come certe donne e certi uomini che conosco. Avete fatto bene a ricordarlo nel suo anniversario: a suo modo era un personaggio eccezionale. Uno così non torna più.
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Aveva ...fiuto.
Quelli di oggi non hanno nemmeno il naso.