Risoluzione approvata “a maggioranza”. Non è troppo difficile (secondo noi) indovinare il risultato numerico della votazione.
* * *
L’Esecutivo ritiene che l’approvazione dell’iniziativa avrebbe, a breve e a lungo termine, un impatto economico e sociale sul territorio del Luganese, quantificato nella perdita di molti dei circa 1700 posti di lavoro generati direttamente e indirettamente dalla RSI e dalle emittenti televisive e radiofoniche private. Le ricadute sull’occupazione e sull’economia del Luganese e della Svizzera italiana tutta sarebbero dunque rilevanti, con gravi conseguenze su famiglie, aziende partner e in generale sull’indotto della regione.
Come già espresso congiuntamente all’Unione delle Città Svizzere, Lugano riconosce inoltre l’importanza che le reti SRG-SSR e le emittenti radiofoniche e televisive locali rivestono per la formazione delle opinioni dei cittadini. Un ruolo essenziale per il processo democratico svolto insieme alla stampa e a stretto contatto con i comuni, cui viene garantita la copertura di molti temi ed eventi locali.
Il gruppo SRG-SSR, è il solo in grado di fare concorrenza alle reti estere con contenuti volti a informare, educare e intrattenere in un’ottica di servizio pubblico. A esso si affianca la professionalità delle altre emittenti radiotelevisive regionali, che hanno saputo crearsi un pubblico e un ruolo complementare a quello delle emittenti pubbliche. L’Esecutivo ritiene quindi fondamentale che i cittadini possano continuare a beneficiare di programmi di qualità, in lingua italiana e attenti alla realtà locale.
La contrazione dell’offerta rappresenterebbe un impoverimento per la pluralità dei media e per la multiculturalità elvetica, un valore riconosciuto a livello nazionale come confermano i flussi di dare-avere. Secondo i dati ufficiali, infatti, il Canton Ticino genera circa il 4% delle risorse del canone nazionale, mentre ne riceve il 22%, a beneficio come detto anche del tessuto economico locale.
No Billag intende modificare l’art. 93 della Costituzione svizzera, che stabilisce che la radio e la televisione contribuiscono all’istruzione, allo sviluppo culturale, alla libera formazione delle opinioni e all’intrattenimento dei cittadini, tutela le particolarità del paese, la sua multiculturalità e plurilinguismo, nel rispetto della diversità di opinioni e salvaguarda i diritti degli utenti. La modifica costituzionale vieta alla Confederazione di gestire emittenti radiofoniche e televisive, mettendo di fatto a repentaglio questi valori. L’Esecutivo della Città ritiene che tali capisaldi siano fondamentali per l’evoluzione sociale, economica e culturale della Svizzera italiana, e pertanto dice no all’iniziativa il prossimo 4 marzo.
Municipio di Lugano
Nel cuore del Canton Ticino, tra le dolci colline e i paesaggi verdeggianti, sorge la…
L'incidente di Chappaquiddick avvenne nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1969 sull'isola…
di Liliane Tami Ezechiele, che visse la deportazione del Popolo d'Israele dopo alla terribile distruzione…
La Solennità dell'Annunciazione del Signore si celebra il 25 marzo, esattamente nove mesi prima del…
Principessa del ducato di Parma, Margherita Farnese (7 novembre 1567 - 13 aprile 1643) andò in…
2020 Carmelo Rifici firma progetto e regia di Macbeth, le cose nascoste, riscrittura della tragedia…
This website uses cookies.