Democrazia attiva

Religione a scuola, si torna sempre al punto di partenza… – di Lectura Patrum

da Opinione liberale per gentile concessione

L’abituale frase di Gino Bartali, che a ogni tappa persa ripeteva a chi lo intervistava «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare !» può essere presa a prestito per commentare le vicissitudini che hanno contraddistinto in questi anni l’insegnamento della religione a scuola.

Come noto alcuni anni fa è stato sperimentato con successo in alcune sedi scolastiche di scuola media il corso di storia delle religioni, corso rivolto agli allievi di terza e quarta media. In altre sedi invece la sperimentazione ha offerto la possibilità agli allievi di scegliere tra storia delle religioni, religione cattolica o evangelica. Conclusa la sperimentazione il tutto è stato messo nel dimenticatoio e la nuova direzione del DECS ha individuato altre soluzioni ritenute, a suo giudizio, migliori e più confacenti. Come non ricordare qui il dimezzamento dell’ora di religione per darne metà alla civica, la storia delle religioni integrata e insegnata dai docenti di storia, l’alternanza settimanale fra storia delle religioni e le altre due religioni, la soluzione del doppio binario – che sa molto di ferrovia – in cui tutti gli allievi seguono la storia delle religioni e chi vuole, in aggiunta, la religione cattolica o quella evangelica, per arrivare infine a riproporre lo status quo, vale a dire la formula introdotta nella Legge scolastica Pedrazzini del 1882, e questo in attesa dell’accordo tra lo Stato e le due chiese riconosciute. Il tutto accompagnato e condito da contrapposizioni con la Commissione scolastica del Gran Consiglio, iniziative ritirate e ripresentate, articoli e commenti a sostegno dell’una o dell’altra tesi. E’ di questi giorni la presentazione all’opinione pubblica della soluzione trovata fra le parti citate.

Sorpresa delle sorprese: la scelta è caduta su una delle due soluzioni sperimentate nel 2010, vale a dire il corso di storia delle religioni per tutti, seppure limitato ora a un solo anno. Alla fine fortunatamente è prevalso il buon senso nell’interesse soprattutto degli allievi, anche se bisognerà aspettare il 2019 per dare concretezza all’accordo. Un dubbio rimane. Non è che ancora una volta al DECS volessero dimostrare che quanto promosso dall’allora Dipartimento targato PLR, e in particolare da Lele Gendotti, «l’era tutto sbagliato, l’era tutto da rifare!» Come nel Gioco dell’Oca a volte capita di dover ritornare al punto di partenza! E’ quanto puntualmente avvenuto. Certamente si è perso inutilmente del tempo, ma come ricorda un aforisma «rimpiangere il tempo sprecato è ulteriore tempo sprecato».

Lectura Patrum

Relatore

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