Primo piano

Una mail che passerà alla storia


Questa mail ha suscitato una quantità esorbitante di commenti e una violenta isteria. Forse non tutti lo sanno, ma il termine deriva da hysteron, che significa utero. Il commento “buonista” a tale mail (per una volta i “cattivi” fanno i buonisti!) è facile, senza volerla imporre a nessuno. Poiché l’agente in questione appariva, anche sulla base dell’articolo del Corriere, poco affidabile e rischioso per la tutela dell’informazione, sarebbe stato opportuno assegnarlo ad altro incarico. È questa la mia tesi, la tesi per la quale giuro sulla testa dei miei figli? No, è solo una possibile interpretazione.

Ecco allora il Mordasini pensiero sulla mail (e altro).

“Tutto questo, ironia della sorte, quando nei chioschi e nei bar proprio di fianco a queste parole su laRegione l’ormai famoso Renato Bernasconi, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, veniva sputtanato in ogni salsa con la pubblicazione della mail, inviata anche a Carmela Fiorini, nella quale egli chiedeva la rimozione dell’agente di sicurezza iscritto a Unia.

Siamo al punto di non ritorno. Siamo davvero al rovesciamento di ogni cosa, soprattutto del buon senso. Se nemmeno davanti a questo caos e a prove come quelle portate all’attenzione dei ticinesi ieri da laRegione è lecito chiedersi come Beltraminelli diriga il DSS ci dica Pontiggia cosa altro deve succedere. Non è macchina del fango, e non è nemmeno una caccia con finalità politiche. Sarebbe la caccia più grottesca della storia visto come, dal “mancato guizzo” in poi, Beltraminelli si stia scavando la fossa ogni giorno di più. E per niente aiutato dal presidente del suo partito, la cui compagna finita nell’occhio del ciclone in questo affaire, ancora in questi giorni, parliamo del 18 ottobre, figurava tra i destinatari della famosa mail di Bernasconi.”

Dice Mordasini: “Non è la macchina del fango, non è una caccia con finalità politiche.”

Visto che siamo in democrazia e “non siamo in Russia” (come si diceva ai tempi) noi controbattiamo affermando: “È la macchina del fango ed è una caccia con finalità politiche.”

Il trofeo agognato è la testa di Paolo Beltraminelli. La vuole Caratti, con Falò-Sofia e Alaimo.

PS. Sia ben chiaro che non si intende affermare che tutto ciò che gli “esecutori” hanno in mano sia fasullo. Beltraminelli determinate colpe le ha. Ma bastano ad esigerne le dimissioni?

Laddove la lotta contro il ministro viene condotta da una massa di editorialisti, opinionisti e blogger con l’esasperazione dei toni e la ripetizione all’infinito delle accuse, in una specie di incarognito brainwashing. Quando la gente sarà portata al calor bianco dell’isteria (non dimenticate: hysteron!) allora forse si produrrà il patatrac.

tagliatori di teste Dayak

 

Relatore

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