da Opinione Liberale, per gentile concessione
Il nuovo articolo 23a della legge della scuola – adottato dalla maggioranza del Gran Consiglio – stabilisce che la civica dovrà essere materia a sé stante alle medie, dove oggi si insegna «storia e civica», e inserita quale insegnamento all’interno delle discipline previste dai piani di studio nelle scuole postobbligatorie. Le delegate e i delegati che sono intervenuti, hanno tutti riconosciuto l’importanza dell’insegnamento della civica con però dei distinguo. A Franca Martinoli, presidente dell’associazione PLR «La Scuola», appare insolito andare a votare per decidere la collocazione delle materie nella griglia oraria: «attenzione, stiamo facendo una cosa molto pericolosa. Lasciamo, come affermato dall’avvocato Bernasconi, che siano i docenti e il dipartimento dell’educazione a stabilire come la civica debba essere insegnata». Contrario anche Nicola Pini per due ragioni. La prima è che si vanno a ridurre le ore di storia, «strategicamente un errore perché in una società con sempre meno punti di riferimento, ridurre l’insegnamento sulle nostre radici è pericoloso. Per Pini è inoltre un peccato inscatolare la civica in due ore mentre dovrebbe essere: «l’obiettivo principe della scuola, di tutti i docenti. Leggete l’articolo 2 è un inno all’educazione e alla cittadinza»,
A ribadire l’importanza del tema in votazione, è stata Simona Genini che ha ricordato l’iniziativa lanciata nel 2000 dai GLR, quando lei era presidente, proprio per rafforzare l’insegnamento della cittadinanza. «Ci siamo detti, come giovani liberali dell’epoca, è chiaramente un compito del dipartimento decidere la collocazione migliore ma così non è stato. Bisogna dunque avere un artitolo di legge e una materia a sé stante». Per un sì anche Alex Farinelli che ha rammentato come a maggioranza il gruppo parlamentare abbia sostenuto l’inziativa, non da tutti perché «l’idea di andare nella legge a dire esattamente cosa bisogna fare nella scuola non piaceva. La civica però non è una materia come un’altra, parliamo di una serie di strumenti che in un paese che si basa sulla democrazia diretta devono essere chiari e a disposizione di tutti i cittadini. Come vi è un articolo nella costituzione federale per insegnare la musica, così dev’essere anche per la civica».
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