A titolo di esempio, infatti il 29 ed il 30 Agosto 2017, complice anche la coda d’Estate e la presenza a questo festival di numesi turisti stranieri, il cartellone si anima nuovamente di appuntamenti unici, ricchi di internazionalità e perchè no, davvero interessanti con un accostamento musica italiana-esecuzione straniera in essa rappresentata sicuramente da ascoltare; lo splendido accostamento tra la musica di Giuseppe Verdi con la Traviata e quella di Giacomo Puccini, con La Boheme, ma realizzati (in prima nazionale per l’ Italia) da una compagnia russa (che è anche il primo dei loro appuntamenti per la nuova tournée) la Novaya Opera di Mosca, che, come recita il comunicato stampa è uno dei teatri musicali più giovani della Russia, nato contemporaneamente alla Nuova Russia – è stato fondato nel 1991- ma che nella sua breve storia si è conquistato un ruolo di primo piano nella proposta culturale della capitale della Russia” pare davvero un passo in avanti nell’ascolto e nel sentimento musicale dalla musica lirica italiana.
La composizione dell’Opera di Mosca non solo quella del Cast che si presenta in Italia per il Festival Puccini di Torre del Lago, ma la Novaya Opera appunto, è veramente interessante per questa idea di sintesi di vecchio e nuovo, di opere patrie e di culture differenti ma molto apprezzate in Russia. Questo, non solo perchè offre da sempre un vasto repertorio di spettacoli e di produzioni sia classici russi che occidentali, ma con esperienze teatrali oltre che musicali e con spettacoli che spesso non si usa più vedere in produzioni così grandi: con divertissement ed additittura delle opere del XX e XXI , affiancando opere poco rappresentare in Russia con altre famosissime. Rendendole tutte coinvolgenti.
E cosi, dopo aver diretto la compagnia a Tel Aviv, Londra, Tokyo, Praga , Parigi e Reims, Berlino, Varsavia (e molti altri appuntamenti operistici in Europa), ecco che il Direttore della formazione del Teatro di Mosca approda in Italia al Festival Puccini per due opere sì di due grandi maestri italiani, ma che in questo modo, si confrontano con un pubblico di una località turistica ed internazionale italiana, con la dimensione globale della bella musica, di qualsiasi nazionalità possa essere.
Un esempio di “rete” musicale attenta alle radici europee ed al loro sviluppo, sicuramente da apprezzare e che fa, di questo Festival un unicum nel panorama italiano e, forse, anche europeo (non solo geografico ma culturale).
La forte vocazione europea, come appunto recita anche il sottotitolo del 63°Festival Puccini che permette ad una nazione come l’Italia , ricca di musica e talenti, di donare un modo di ascoltare la musica a 360° gradi, anche con qualche scommessa musicale in più e per un pubblico eterogeneo e sempre vario.
Cristina T. Chiochia
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