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Elvis non morì il 16 agosto del ’77 – 40 anni di vita, vista e avvistamenti per i fan del re del rock

La sua morte? Una messinscena per fuggire uno stile di vita pericoloso

Secondo i fan più accaniti, Elvis Presley non sarebbe morto il 16 agosto del 1977, bensì fu visto lo stesso giorno nel pomeriggio, comprare un biglietto di sola andata per Buenos Aires, lasciando per sempre Memphis, usando lo pseudonimo di Jon Burrows, nome realmente usato da Elvis quando ancora cantava negli alberghi. Il primo avvistamento fu tuttavia, da subito, smentito: negli anni ’70, da Memphis, non partivano voli internazionali.

Il 31 dicembre del ’77, un uomo fotografando la tenuta del cantante a Graceland, notò un’ombra vicino alla porta, e riguardandola bene aveva proprio le sembianze di Elvis. La foto non era stata ritoccata, dichiararono gli esperti, ma, forse, si trattava solo di un amico di Elvis.

 Nel 1984 sempre in una foto, si notò un uomo vestito come vestiva Elvis. Alla fine fu lo stesso Muhammed Alì, grande amico di Elis, a confessare di essersi vestito come il defunto amico, per ricordarlo.

a Kalamazoo, nel Michigan, negli anni ’80, avvennero strani casi di allucinazione collettiva: una donna dichiarò di averlo visto mentre faceva la spesa, la figlia della testimone mentre si recava al Burger King, altri ancora alla pompa della benzina.

Negli anni ’90 vi fu chi giurò d’averlo visto recitare in Mamma ho perso l’aereo! commedia cult di fine secolo, nella quale sarebbe apparso come comparsa, muovendo la testa, secondo una bizzarra teoria, proprio come la muoveva Elvis. L’identità della comparsa non fu mai rivelata. Una cosa è certa:

Elvis Presley si dipartì nel mistero, così come supporterebbero l’ipotesi le pur fantomatiche tesi dei fan, poiché comunque, Elvis scappava da qualcosa.

non cantò mai in Europa, ad esempio, per via del suo agente Tom Parker, che si diceva fosse proprio europeo e entrato in modo illegale in America. Per molti, infine, la sua presunta fuga dal mondo sarebbe stata dovuta a una fuga dalla Mafia. L’ombra nera sulle leggende più commoventi sopravviene sempre.

CF fonte l’Inkiesta.

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