Primo piano

“As boas maneiras” e “Charleston” – Recensioni di Desio Rivera

Concorso internazionale

AS BOAS MANEIRAS, di Juliana Rojas, Marco Dutra

Le buone maniere, il comportamento con gli altri. Come quello di imparare, con un pesante libro sulla testa, a incedere con eleganza piacevole al mondo o ringraziare ogni qualvolta ci viene dato qualcosa. Le buone maniere sono quelle che distinguono un uomo civile da un selvaggio. Cosa succede però quando l’istinto prende il sopravvento? Quando la natura di un uomo è così radicalmente diversa che non si può adattare alle regole del vivere civile.

Marco Dutra e Juliana Rojas, i due registi, presentano un film in due parti molto diverse tra di loro. Una prima parte nella quale nasce un rapporto di attrazione, rispetto, desiderio tra la datrice di lavoro, single e incinta, e la futura bambinaia, assunta quale domestica in attesa del lieto evento. E poi, dopo una pausa di 7 anni, una seconda parte ispirata ai film dell’orrore. Si tratta di una favola, favola d’amore all’inizio, di terrore dopo. D’amore con una scena di sesso tra le due bellissime protagoniste Marjorie Estiano e Isabél Zuaa. La prima sembra uscita da una soap opera, la seconda da un film neorealista. Scena recitata con straordinaria sincerità e immedesimazione. Una sensualità pura di movimenti erotici dei corpi di due donne che sebbene non mostrino nudità si danno e ricevono godimento intenso Poi le immagini si velocizzano ed è la transizione alla seconda parte del film. La favola diventa da paura e i colori si fanno scuri. Il ventre incinta si agita e, alla maniera dell’apparizione dell’entità extraterrestre che scoppia dal ventre in Aliens, nasce lo strano bambino. E poi rimandi all’uomo lupo. Uomo lupo « gentile »?!?. La scena finale, con la folla inferocita che vuole uccidere il mostro è assolutamente simile a quella finale in Frankenstein. Immagine con cui si chiude il film di Dutra e Rojas e che suona come una dichiarazione di guerra alle convenzioni. Non spaventatevi però: As Boas Maneiras si gusta come un vero film di genere, saltando sulla sedia o aggrappandosi al vicino a ogni svolta di sceneggiatura. O lo si ama come favola, o lo si trova terrorizzante o ridicolo, nella seconda parte di questa favola per bambini grandi.

 

Concorso internazionale

CHARLESTON, di Andreï Cretulescu

Un paio di settimane dopo l’incidente stradale che ha ucciso sua moglie Ioana, Alexandru festeggia il suo 42° compleanno solo e ubriaco. Riceve la visita inaspettata di Sebastian, un uomo timido e più giovane di lui, che è stato l’amante di Ioana negli ultimi cinque mesi. Sebastian vuole che Alexandru lo aiuti a superare la disperazione nata dalla scomparsa della donna. E se non provate empatia immediata per uno o l’altro degli attori protagonisti, avrete l’impressione che il tempo si sia fermato e tutto diventi interminabile. Sono loro due i personaggi che per 2 ore si scambieranno battute e qualche pugno, simpatie e rivalità, impressioni e espressioni. E, bisogna sopportarli. Si, alla fine, vi sarà un’amicizia virile che nasce tra loro due. E una addetta alle pulizie di una villetta di vacanza parlerà a Sebastian. E lui scoprirà che il suo giudizio sul marito (ubriacone, impotente e solo) non è esatto. Ma non vi dico nulla. Se avete due lunghe ore da passare davanti allo schermo solamente per scoprire questo, fatelo.

Desio Rivera

Relatore

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