Il 24 marzo 2016 a Hebron (Cisgiordania), nella zona d Tel Rumeida, due terroristi palestinesi pugnalano un soldato israeliano. In attimo su di loro si apre il fuoco, l’uno cade a terra morto, l’altro, Abd al-Fattah al-Sharif, 21 anni, cade a terra gravemente ferito. Elor Azarya, soldato israeliano, vedendo il collega a terra ferito, apre il fuoco sul terrorista palestinese morente, finendolo a colpi di pistola. Oggi Azarya è stato condannato a 18 mesi di carcere.
Un omicidio colposo, “proibito, grave e immorale” ha ribadito la corte di appello che con 3 voti su 5 ha giudicato il soldato colpevole.
La Corte d’Appello ha respinto la testimonianza di Azarya condannandolo in quanto avrebbe sparato al palestinese a terra spinto da un desiderio di vendetta e non per difesa.
Ai domiciliari dall’inizio di luglio, Azarya ha scontato finora nove giorni di carcere. Ora, tuttavia, verrà prelevato per esser portato in un carcere militare dove dovrebbe scontare la pena. Il condizionale sarà d’obbligo, per le molteplici possibilità che si aprirebbero riguardo alla difesa di Azarya: 1) la sentenza potrebbe esser posticipata, ancora una volta, dalla Corte Suprema 2) gli avvocati di Azarya potrebbero chiedere uno sconto di pena, appellandosi al capo maggiore dell’esercito, se l’imputato ammettesse le proprie responsabilità nell’omicidio (condizione pressoché impensabile, quella secondo cui Azarya confesserebbe la propria “colpa”) 3) la grazia, chiesta al capo dello stato Reuven Rivlin.
Delusione per l’imputato, che sperava nella riduzione di pena per l’uccisione di colui che a tutti gli effetti era un terrorista, delusione anche per la procura militare che sperava in una pena più severa per colui che ha compiuto, a tutti gli effetti, un omicidio.
“L’atmosfera d’impunità per le uccisioni dei palestinesi” secondo Human Rights Watch sarebbe la vera gravità alla radice della condanna, nonostante sia palese come la cosiddetta “atmosfera” sia “d’impunità” anche per quanto riguarda gli assalti agli israeliani.
Un messaggio sbagliato, secondo Human Rights, quello inculcato nella mente di soldati ventenni, capaci di uccidere a sangue freddo i prigionieri. Azarya sarebbe dunque colpevole di un’esecuzione extragiudiziaria.
108 i palestinesi uccisi nel 2016, mentre Azarya sarebbe l’unico ad esser stato condannato. Quattro altri simili casi, come riporta uno studio dell’ong Yesh Din sarebbero stati conclusi con un rinvio a giudizio.
Per la maggior parte degli Israeliani Azarya è un eroe e dalla sua parte ha il sostegno di Lieberman (Ministro della Difesa), Bennet (Ministro dell’Istruzione) e il presidente Netanyahu. Quest’ultimo ha fatto inoltre sapere che persisterà nella richiesta di grazia alle autorità preposte. Lieberman ha invece esortato i familiari di Azarya a fare appello al Capo di stato maggiore per chiedere l’assoluzione del giovane. Bennet, infine, appartenente alla destra estrema di Casa Ebraica, ha ammonito il popolo a non criticare l’esercito, bensì ad avere piena fiducia nei vertici militari.
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