Cinque erano e sono i seggi da ricoprire.
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Partiamo dalla sera del 3 ottobre 2016. Il Consiglio comunale – dopo aver confermato senza problemi i membri “di diritto” Badaracco, Foletti e Sganzini – è chiamato a votare sull’assegnazione dei 2 seggi rimanenti. Esito della votazione: Pesenti 27, Masoni 21, Grassi 20. A questo punto…
“Preso atto dell’esito dello scrutinio, il presidente del legislativo comunale ha quindi proceduto, nonostante le ulteriori perplessità procedurali sollevate da alcuni consiglieri, a mettere separatamente in votazione le due candidate (Pesenti e Masoni Brenni) che avevano ottenuto il maggior numero di consensi, facendo distribuire a questo proposito a tutti i presenti due schede di voto distinte (una per ogni candidata) con le seguenti possibilità di voto: favorevole, contrario e astenuto.
Il risultato di questa nuova votazione (50 consiglieri comunali votanti) è stato il seguente:
Giovanna Masoni Brenni 20 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astenuti (2 schede bianche)
Patrizia Pesenti 25 voti favorevoli, 15 contrari e 8 astenuti (2 schede bianche).” [testo del CdS]
Questa procedura è singolare e ci si può ragionevolmente domandare da dove provenga. A tutt’oggi (forse per carenza di scienza giuridica) non sono riuscito a comprenderlo.
Pesenti vien dichiarata eletta. Masoni, che ha avuto più voti contrari che favorevoli, non eletta. Argomenta il Consiglio di Stato:
A questa conclusione è dato giungere rilevando innanzitutto che l’ente comunale LAC Lugano Arte e Cultura è a tutti gli effetti un ente di cui il Comune di Lugano è parte.
In tale evenienza risulta pertanto applicabile per la designazione dei suoi delegati (in casu i membri del Consiglio direttivo sulla base dell’art. 8 cpv. 2 Statuto LAC), l’art. 13 cpv. 1 lett. p) LOC, in vigore dal 1 gennaio 2015, che prevede un sistema di nomina a maggioranza semplice.
Come ben rilevato anche dai ricorrenti, la nomina in questione deve però essere considerata a tutti gli effetti quale vera e propria elezione. […]
Ora, a giudizio di questo Consiglio, questo modo di procedere non può essere tutelato.
In primo luogo poiché mettendo in votazione il risultato di un’elezione, tenutasi tra tre candidati per due seggi, nella quale peraltro gli elettori (in casu i consiglieri comunali) avevano manifestato in modo chiaro le loro preferenze, si stravolge il sistema elettorale stesso, che in quanto maggioritario comporta l’elezione (immediata) dei candidati che ottengono il maggior numero di voti, assegnando loro i seggi da occupare fintanto che non sono esauriti.
A quanto sopra deve poi essere aggiunto che mettendo in votazione i candidati eletti e conferendo agli aventi diritto di voto anche la possibilità di esprimere un voto contrario, si permette loro di paralizzare l’esito della votazione iniziale, votando contro un candidato (eletto) considerato sgradito. Come ben osservato anche da alcuni ricorrenti, qualunque sia il sistema elettorale, l’elettore che non vuole che un candidato sia eletto ha soltanto tre opzioni: o ne vota un altro, o astiene dal voto, oppure vota scheda bianca.
Nessun sistema elettorale prevede invece la possibilità di esprimere un voto contrario a un candidato, da contrapporre ai voti favorevoli, così che se i voti contrari superano quelli favorevoli, come avvenuto nel caso della candidata Masoni Brenni, il candidato eletto con il primo scrutinio, per finire, non è eletto.”
Il seguito è noto (ma sottolineato che l’intera procedura si è svolta sull’arco di due sere, 3 e 4 ottobre, con consultazione frenetica, di notte e di giorno, degli Enti Locali).
Scattano i ricorsi Ne vengono depositati due: uno per conto della sezione PLR di Lugano (Besomi-Candolfi/Cirla, membri dell’Ufficio presidenziale, patrocinati dall’avv. Lorenzo Anastasi) e un secondo ad opera di Ares Bernasconi (giurista) e Patrick Pizzagalli (leghista). Il punto essenziale del ricorso PLR viene evidenziato dal Consiglio di Stato:
“Con il loro ricorso i signori Besomi-Candolfi e Cirla postulano l’annullamento della deliberazione del 3 ottobre 2016 relativa alla designazione dei tre membri di diritto del Consiglio direttivo, come pure di tutte le deliberazioni del 3 e 4 ottobre 2016 successive alla deliberazione mediante la quale Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni Brenni sono state designate (elette) nel Consiglio direttivo del LAC. Essi postulano pertanto che sia confermato l’esito della (prima) votazione del 3 ottobre 2016, mediante la quale il legislativo comunale ha eletto nel Consiglio direttivo del LAC Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni Brenni, rispettivamente che sia dato atto che Roberto Badaracco, Michele Foletti e Lorenzo Sganzini sono membri (di diritto) del Consiglio direttivo del LAC.”
La decisione del Consiglio di Stato È stata comunicata alle parti il 30 marzo us.
1.1 “E’ confermata la designazione dei municipali Roberto Badaracco e Michele Foletti, nonché del signor Lorenzo Sganzini, quali membri del Consiglio direttivo LAC.
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È giunto per me il momento di commentare. Lo farò nel mio stile personale e informale, seguendo il mio feeling, le mie informazioni e i miei sentimenti. Esprimo qui la mia opinione, non quella dei miei amici, del mio clan (che non esiste) o del mio partito.
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