Estero

Siria. Un summit di capi di Stato per confermare l’impotenza europea

Riuniti a Bruxelles, i dirigenti degli Stati membri dell’UE deplorano la situazione ad Aleppo, senza evocare nuove sanzioni nei confronti della Russia.

Brita Hagi Hasan, presidente del comitato locale dei quartieri ribelli di Aleppo-Est, era a Bruxelles il 15 dicembre per incontrare i 28 dirigenti degli Stati membri dell’Unione europea, e chiedere loro di salvare le decine di migliaia di persone ancora bloccate nei quartieri sotto assedio.

Il primo ministro britannico Theresa May ha dichiarato che “Il sindaco di Aleppo, Brita Hagi Hasan, ci ha chiesto di salvare le persone ancora bloccate nei quartieri controllati dai ribelli, ed è quello che faremo.” Malgrado gli impegni e le promesse di aiuto, Hagi Hasan è ripartito con una semplice dichiarazione d’intenti, simile a quella che era già stata fatta in ottobre e che non è servita a cambiare la situazione.

La dichiarazione europea insiste sulla necessità di aiutare al più presto la popolazione di Aleppo-Est e di assicurare l’evacuazione degli abitanti verso destinazioni di loro scelta, sotto il cotrollo delle Nazioni Unite. Un appello in questo senso è lanciato al regime siriano e al governo russo. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiede anche un aiuto immediato per gli abitanti che rimarranno ad Aleppo, e la protezione per gli ospedali e il personale medico in tutta la Siria.

Una dichiarazione che non dovrebbe portare nessun cambiamento. Da quando la Russia è presente militarmente in Siria a fianco del regime di Damasco, la posizione europea è pressochè inesistente. A Bruxelles dominano il cinismo e l’impotenza, con i diplomatici che ripetono che “la situazione è tragica” e non fanno nulla di concreto per porre fine al conflitto.

“Abbiamo sentito parole drammatiche e sappiamo che abbiamo delle responsabilità – ha commentato la Cancelliera tedesca Angela Merkel – Constatiamo che abbiamo fatto meno di quanto potevamo fare.”
Il presidente francese François Hollande ha detto che “Il conflitto in Siria ha fatto quasi 300’000 vittime. Non possiamo permettere che un dittatore massacri la popolazione.”

Oltre a queste dichiarazioni prive di sostanza, i leader europei hanno detto che non intendono scontrarsi con il governo russo. I capi di Stato dell’UE sembrano attendere di scoprire il comportamento del futuro presidente americano Donald Trump nei confronti della Russia.

Redazione

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