Sarà il clima natalizio e tutti son più buoni ma questa notizia apparsa oggi sui media, (http://www.ticinonews.ch/ticino/336160/civico-scelto-un-progetto-italiano) di certo non va a vantaggio dell’economia ticinese, della politica cantonale e nemmeno della votazione popolare approvata dal Popolo “Prima i nostri”.
Uno schiaffo che onestamente il popolo ticinese non avrebbe voluto più prendere sotto le feste natalizie. Questa mattina a Berna è stata praticamente affossata l’Iniziativa del 9 febbraio con una “versione light” a dir poco ridicola, che non avrà alcun effetto sulla riduzione dell’immigrazione e sul miglioramento dell’occupazione residente. L’unico effetto ottenuto, oltre ad accontentare l’Unione Europea, è stato il tradimento dei valori secolari di questo Paese e della sua Sovranità popolare.
In Ticino con “Prima i nostri” stiamo tentando con ogni mezzo di correggere il tiro su un mercato del lavoro cantonale allo sbando, cercando di dare una mano anche all’economia del Cantone. Tutti i partiti dopo l’esito popolare hanno riconosciuto la necessità di cambiare le cose e ognuno alla propria maniera. Confermando comunque che un grave problema esiste.
Ebbene, oggi si viene a sapere che il progetto da 80 milioni di franchi svizzeri (soldi anche dei contribuenti) del nuovo Ospedale Civico (sotto l’EOC) verrà progettato da uno studio di Firenze, Città non di certo ticinese, bensì italiana.
Alla luce di questa notizia decisamente sorprendente e discutibile nei confronti dei nostri concittadini, i sottoscritti Deputati interrogano il Consiglio di Stato come segue:
1. Il Consiglio di Stato quando e come è stato informato dell’assegnazione a uno studio fiorentino (Italia) dell’intera progettazione?
2. Che parere ha il Consiglio di Stato di fronte a una decisione del genere, sebbene subentri il CIAP?
3. Quanti erano gli studi di architettura ticinesi e/o svizzeri su 12 finalisti?
4. A quanto ammonta l’onorario di progettazione e direzione lavori che verrà pagato allo studio fiorentino?
5. Risulta al Consiglio di Stato che un’azienda ticinese abbia ottenuto un equivalente mandato di progettazione (secondo gli accordi di libera circolazione in vigore) in Italia? Se si quante aziende e con quale valore monetario o d’appalto complessivo riportato in Ticino?
6. Intende intervenire il Governo mediante il suo rappresentante nel CdA (On. Paolo Beltraminelli) nei confronti dell’ EOC per verificare la procedura e per cercare di cambiare la decisione?
7. Se per la progettazione il mandato è andato in Italia, per la costruzione verranno utilizzare aziende estere o ticinesi? Il Governo provvederà o meno a salvaguardare gli interessi economici cantonali? Se sì, come vorrebbe procedere?
Tiziano Galeazzi, UDC (primo firmatario)
Gabriele Pinoja, UDC (capogruppo)
Lara Filippini, UDC
Andrea Giudici, PLRT
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C’è chi è convinto che sia finalmente giunto il momento di svelare le menzogne del mercantilismo politico e di lavorare per superarlo. Analizzare seriamente le caratteristiche della globalità economicistica, le costrizioni ideologiche fasulle e le evidenti contraddizioni entro cui ci dibattiamo ogni giorno, esplorando anche le trappole delle nuove lotte per la sopravvivenza economica; infine accettare di considerare le ben magre prospettive che la persistenza del sistema lascerebbe a quell’inevitabile umanità esclusa da ogni gioco.
Che la gara per l’acquisizione di lavoro sia matematicamente persa per i più piccoli è dato incontrovertibile, nel senso che chi non possiede i numeri necessari (massa critica) per controbilanciare la grandiosa concorrenza planetaria si ritrova fuori concorso. Per decreto matematico. Tuttavia magari, forse, potrebbe anche eventualmente essere risolvibile politicamente… ma che politicamente rischia di mai essere risolvibile. Per decreto di politica economica.
Il problema della disoccupazione micro-territoriale è presto spiegato da un semplice diagramma a dispersione che metta - per esempio - a confronto il numero di possibilità di accesso al lavoro tra salariati. Più il bacino di acquisizione si allarga territorialmente (circondario, regione, continente) meno possibilità di lavoro per le piccole comunità anche a parità di competenze. Già Friedmann descrisse con cinica esattezza il meccanismo magico che regge il mercatismo: milioni di individui che cercano un lavoro quotidianamente senza che abbiano necessità né di amarsi, né di parlarsi.
Per le élites economiche il tema «dell’integrazione» attraverso il lavoro potrebbe significare questa semplice «unificazione mercantile» dell'umanità. L’uguaglianza nella più totale disuguaglianza. Non è caso che si parla, con un certo cinismo, di squadre vincenti, di ardue competizioni internazionali, di necessarie eliminatorie. Morale: per formare una squadra competitiva bisognerà selezionare: alias escludere. Una domanda sorge spontanea: che ne faremo degli esclusi? Perché gli esclusi saranno la maggioranza. Certo, il mercantilismo contemporaneo è così tanto unilaterale, così tanto egemonico, così tanto indiscutibile (e indiscusso), così tanto autoritario, da non permettere nemmeno l’idea d’un pensiero alternativo; insomma: la banalità del dominio del denaro è dispotica. Che i democentristi non lo sappiano mi sembra ridicolo.