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Locarno – Casa anziani San Carlo: è veramente tutto a posto? – di Aron D’Errico

Ancora problemi a danno dei dipendenti e degli anziani?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo testo, che non impegna la Redazione.

* * *

Nonostante le rassicurazioni del Municipio e del Capodicastero Socialità, presso la Casa anziani San Carlo continuerebbero ad esserci delle criticità.

Un luogo in cui dovrebbero regnare la pace e la cura degli anziani, non deve in nessun modo essere afflitto da problemi di gestione e di personale: i dipendenti devono poter lavorare in un ambiente armonioso e agli anziani ospiti (e ai famigliari che li vengono a trovare) deve venire garantito il migliore servizio possibile. Tanto più che la struttura viene finanziata con i soldi dei cittadini: è quindi inaccettabile che negli ultimi anni, e sembrerebbe tutt’ora, si siano verificati dei seri problemi gestionali a danno dei dipendenti e, inevitabilmente di riflesso, nei confronti degli anziani.

Dalle recenti segnalazioni raccolte, la situazione sarebbe ben diversa rispetto all’idillio descritto dal Municipio. Pertanto, chiedo al Municipio di Locarno:

  1. Corrisponde al vero che da quando è subentrata ad interim la nuova capo cure siciliana, proveniente dalla struttura Belsoggiorno, l’ambiente di lavoro sia peggiorato? In particolare, corrisponde al vero che il dialogo con i dipendenti (che con competenza e professionalità fanno andare avanti la struttura) sarebbe assente e che nessuno avrebbe il coraggio di contraddirla, tanto che tra i dipendenti regnerebbe un clima di paura e intimidazioni?
  1. Corrisponde al vero che la capo cure ad interim avrebbe fatto arrivare suo fratello per formare gli allievi, nonostante che all’interno del San Carlo ci siano dei dipendenti in possesso della formazione necessaria per occuparsi della formazione allievi? Se sì, chi ha autorizzato ciò e perché non ci si è rivolti a personale interno?
  1. Uno strumento molto importante per affrontare i problemi dei dipendenti è il Gruppo di dialogo, al cui interno i dipendenti possono parlare liberamente tra loro, senza la paura di subire ritorsioni o pressioni. Secondo le segnalazioni, la capo cure si sarebbe presentata alle riunioni, per cui i dipendenti non avrebbero più potuto parlare liberamente, inoltre il presidente e il vice presidente del Gruppo si sarebbero dimessi per protesta. Corrisponde al vero che il Gruppo di dialogo non sia più attivo da diversi mesi? Se sì, si intende intervenire per riattivarlo?
  1. I visitatori e gli anziani ospiti, come in qualsiasi struttura che si rispetti, devono poter fare affidamento su un centralino/reception. Corrisponde al vero che il centralino sia regolarmente inattivo e deserto, e che i visitatori, privi di un punto d’accoglienza informativo, siano costretti ad andare in processione negli uffici o a chiedere informazioni al bar o al personale? Corrisponde al vero che pure gli anziani ospiti spesso non sappiano dove andare e che siano costretti a girovagare tra i corridoi e gli uffici per trovare qualcuno, a causa dell’inattività del centralino? Inoltre, corrisponde al vero che la centralinista svolga le funzioni di segretaria privata del Direttore? Se sì, essendo il centralino/reception un  servizio importante sia per i visitatori che per gli anziani ospiti, si intende intervenire per riattivarlo?
  1. Corrisponde al vero che il nuovo sistema di gestione delle malattie, che prevede tre livelli di contatto (chiamata al reparto, chiamata all’ufficio, chiamata alla capo cure) abbia suscitato malumori tra i dipendenti e che sia ritenuto troppo farraginoso?
  1. Quanti sono stati i casi di burn out (o simili) tra i dipendenti negli ultimi 5 anni?
  1. Attualmente quanti dipendenti sono frontalieri e quanti sono invece titolari di permesso B? Negli ultimi 5 anni, quanti frontalieri e quanti permessi B sono stati assunti? Nelle assunzioni viene data la priorità ai nostri residenti e a chi ha svolto la formazione in Svizzera?

Aron D’Errico (Lega dei Ticinesi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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