Le dimissioni del primo ministro italiano Matteo Renzi aprono un periodo di incertezza politica ed economica in Italia, la terza economia della Zona euro. Dopo lo choc del Brexit e l’aumento dei movimenti populisti, una fase di instabilità in Italia è considerata possibile.
Lunedì 5 dicembre, l’euro ha toccato 1,050 6 dollari all’apertura dei mercati asiatici, contro 1,066 4 dollari di venerdì scorso a New York. Si tratta del livello più debole dal marzo 2015, quando l’euro era sceso a 1,045 8 dollari.
Le dimissioni di Renzi dalla presidenza del Consiglio italiano fanno temere anche per il settore bancario, già pesantemente colpito dalla crisi finanziaria e fragilizzato da crediti tossici.
Sempre lunedì mattina, vi è stato un aumento dei tassi dei prestiti dello Stato italiano a 10 anni, che si sono iscritti a 2,027 %, prima di scendere a 1,996% (1,902 % venerdì scorso alla chiusura dei mercati).
Tra i nomi che circolano per la guida di un governo tecnico, figura quello del ministro italiano delle finanze, Pier Carlo Padoan, la cui nomina potrebbe rassicurare i mercati.
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