Da tre giorni, incendi di dimensioni molto estese stanno distruggendo vaste zone nel nord e nel centro di Israele, e su Twitter si celebra con l’hashtag #Israelisburning.
Su Twitter, Mishari Alafasy, emerito imam del Kuwait, si è detto felice della notizia e ha parlato di “punizione divina”. Altri utenti del social network si sono detti “felici che lo Stato terrorista di Israele sta bruciando”.
La tendenza è stata notata da Ofir Gendelman, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahou, che ha qualificato i tweet come espressioni di “odio esecrabile e fanatico”.
L’avanzata delle fiamme è facilitata dalla siccità che dura da molte settimane. Dalla città costiera di Haïfa sono stati evacuati quasi 80’000 abitanti e la fornitura di energia elettrica è stata interrotta. Le fiamme hanno colpito anche la Galilea, vicino a Nazareth e sono giunte a una quindicina di chilometri da Gerusalemme.
La Grecia, Cipro e la Turchia, con cui Israele ha allacciato relazioni diplomatiche, hanno mandato aerei per spargere acqua sulle zone in fiamme. La Russia ha mandato due bombardieri d’acqua Beriev BE-200, mentre venerdì mattina è giunto dagli Stati Uniti un Boeing 747 “supertanker”. Anche diverse squadre di pompieri palestinesi sono all’opera per aiutare a spegnere gli incendi.
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