Ticinolive pubblica oggi il testo di un’interrogazione sacrosanta, di cui si sentiva veramente il bisogno. Giusto sollevare il velo su un caso del quale, forse per pigrizia, non si parla mai.
Nello scritto di Käppeli & Co. mancano solo i nomi. Il primo commento che ci viene spontaneo è il seguente: ecco come un potere politico maggioritario finanzia furbescamente i suoi stessi “avversari”…
I neretti sono della Redazione.
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INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO DI STATO
Nell’ultimo decennio l’ACSI si è vieppiù trasformata da associazione a sostegno dei consumatori e delle consumatrici a organizzazione politica di propaganda per il Partito socialista. La vediamo attiva a ogni votazione popolare praticamente sempre a sostegno delle tesi della sinistra.
Dovrebbe invece sorprendere – e inquietare – che quest’evoluzione sia avvenuta con un aumento continuo del finanziamento pubblico. Il contribuente cantonale e quello federale (e fino a poco tempo fa pure quello della città di Lugano) è infatti costretto a pagare l’esistenza di quest’associazione, che non brilla di certo per l’equilibrio delle proprie posizioni, convinta com’è che la sinistra – la cui forza elettorale è ben nota – abbia il monopolio degli interessi dei consumatori.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a continui ed eccessivi utilizzi del Fondo Swisslos, il quale sembrerebbe essere utilizzato non solo per finanziare l’ACSI ma anche e soprattutto quale vero e proprio “rubinetto” per attuare risparmi fittizi. Val la pena ricordare che questo fondo presenta una situazione nella quale da diversi anni le uscite superano – e di molto – le entrate. Le riserve di questo fondo vengono quindi intaccate al ritmo di 1.5/2 milioni all’anno: a fine 2015 questo fondo conteneva 14.4 mio a fronte dei 20 mio raggiunti nell’anno 2010.
A livello federale, nell’ultima sessione il Consiglio Nazionale ha accolto una mozione di Petra Gössi che invita il Consiglio federale a precisare le basi legali per la concessione degli aiuti finanziari alle organizzazioni dei consumatori, in modo tale che questi siano concessi solo alle associazioni che forniscono ai consumatori esclusivamente informazioni oggettive e corrette e che eseguono test comparativi dei prodotti. La mozione – che ora passa quindi al Consiglio degli Stati – intende proprio evitare che organizzazioni dei consumatori attive in questi ambiti assumano al contempo un ruolo politico, cercando di influenzare l’opinione pubblica o, addirittura, alleandosi con partiti e altre organizzazioni.
Per questi motivi i sottoscritti deputati pongono al Consiglio di Stato le seguenti domande:
Fabio Käppeli
Marcello Censi, Lara Filippini, Gianmaria Frapolli, Paolo Pamini, Amanda Rückert, Fabio Schnellmann
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