È ben nota la campagna “a tappeto” che il domenicale conduce contro la Clinica Sant’Anna e più in generale, contro la sanità privata, che si concretizza in decine e decine di articoli, i quali poggiano essenzialmente su violazioni ripetute e massicce del segreto medico e del segreto d’ufficio ad opera di ignoti. “Hanno in mano tutti i documenti, sanno tutto… e fanno finta di non capire!” ha esclamato Pelli con amarezza. Gli attacchi hanno raggiunto un livello parossistico dopo lo sciagurato “caso Rey” del luglio 2014, che ha suscitato un enorme scalpore mediatico.
Tali attacchi sono stati portati (a nostro avviso) per un tenace e insuperabile pregiudizio ideologico – la sanità privata avida e profittatrice, volta unicamente al guadagno contrapposta a una sanità pubblica “virtuosa” – in stretta “sinergia” con un politico dell’estrema sinistra che si è distinto per attivismo frenetico: Matteo Pronzini. Presente in sala ma muto come un pesce.
2) La Clinica si appresta a denunciare il Caffè per furto e sottrazione di documenti riservati, in violazione del segreto medico e del segreto d’ufficio.
3) Ad ogni ulteriore scorrettezza perpetrata dal domenicale seguirà una puntuale denuncia penale.
Interpellato da Ticinolive l’avv. Salmina ha detto che la Clinica non sa chi abbia compiuto il furto; i potenziali violatori sono parecchi.
In sintesi, le tesi della Clinica Sant’Anna (CdA e Direzione) possono essere riassunte come segue:
In una situazione del genere il commento “di pelle” del vasto pubblico è scontato (quanto fallace) e suona: “Ma, se non hanno colpa di niente, perché pagano?”
In sostanza, esclamano all’unisono i tre avvocati della Sant’Anna, il Caffè cerca soltanto di attribuire una rilevante parte di colpa alla Clinica, per diffamarla e denigrarla. In ciò efficacemente coadiuvato dal collegio di difesa del dottor Rey, Tuto Rossi e Renzo Galfetti, due autentici mastini.
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Abbiamo sin qui esposto, principalmente, il punto di vista della Sant’Anna, vittima presunta di diffamazione.
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Per completezza d’informazione pubblichiamo l’editoriale odierno di Lillo Alaimo, direttore del Caffè.
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RICORDIAMO CHE : 1) In data 12 agosto la Sant’Anna ha querelato il Caffè per titolo di diffamazione. 2) È imminente la presentazione di una seconda denuncia (presumibilmente contro ignoti) per furto di documenti, violazione del segreto medico e del segreto d’ufficio.
Un punto importante. Come è stato detto in conferenza stampa, la prima linea del domenicale era consistita in violenti attacchi mossi al chirurgo responsabile dell’errore (il dr. Piercarlo Rey). Per poi gradualmente “girare”, ponendosi in sinergia con la difesa di Rey (il formidabile team Tuto Rossi-Renzo Galfetti) : Rey sostanzialmente innocente (anzi vittima), la Sant’Anna colpevole.
Ricordiamo infine che contro la sospensione di Rey dall’attività medica è pendente un ricorso al Tribunale Federale.
ALAIMO
È vero che la clinica Sant’Anna ha partecipato, con il chirurgo Rey, al risarcimento di 280 mila franchi della paziente a cui per errore due anni fa sono stati asportati i seni?
Sì, è vero, come svelato dal Caffè!
È vero che nell’accordo sottoscritto questa primavera tra il chirurgo e la paziente, quest’ultima si impegna a non denunciare la clinica, il personale della clinica, la società Hospita e il personale di anestesia dipendente di quest’ultima?
Sì, è vero, come scritto dal Caffè!
Questo è quanto è emerso dalla conferenza stampa indetta in settimana dalla Sant’Anna in seguito alle rivelazioni di domenica scorsa del nostro settimanale. Tutto confermato, quindi? Sì, ma… Il presidente della clinica, Fulvio Pelli, ha voluto precisare alcune cose. E cioè…
Non è vero, ha detto, che la clinica abbia chiesto di inserire nel testo dell’intesa l’impegno della signora a non denunciare la Sant’Anna e il suo personale… L’accordo, ha specificato Pelli, era già stato stilato quando noi siamo stati coinvolti. Ne prendiamo atto!
Insomma, il Caffè ha riportato correttamente i fatti: la Sant’Anna ha pagato parte del risarcimento della vittima dell’errore medico e questa ha rinunciato ad agire legalmente nei confronti della clinica. Sulle ragioni di quel pagamento, le parti in causa forniscono versioni discordanti. Per Pelli la clinica ha pagato 100 mila franchi tramite la sua assicurazione, non perché si ritiene responsabile, ma perché “l’assicurazione ha ritenuto opportuno farlo”.
Per i legali di Rey, invece, la clinica ha pagato semplicemente per evitare un processo. Il Caffè ha raccontato i fatti. Le parti hanno fornito le loro spiegazioni. I lettori, l’opinione pubblica, come è giusto che sia, si faranno la loro convinzione.
Una domanda. La Sant’Anna ha detto che siamo bugiardi e per questo ci ha querelati. Quali bugie abbiamo raccontato?
Un’ultima domanda. Se per la clinica la colpa è tutta e solo di Rey, cosa dobbiamo pensare di una struttura, di un’organizzazione del lavoro e di un sistema di sicurezza che permette che la disattenzione di una sola persona possa produrre un simile disastro?”
Lillo Alaimo
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E così il sinistrato Sal(a)mina difende i padroni del bisturi facile. Bene,bene e lungi da scandalizzarci. Pronzini ha già fatto uno sforzo incommensurabile a partecipare, volevate anche che parlasse?