Bosia-Mirra: una “passatrice”? Leggi ingiuste contro la dignità umana sono da contestare in toto
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Se io dovessi riassumere in 3 parole il Roic-pensiero – lasciamo stare per un momento la Passatrice – sui migranti economici direi (magari suscitando proteste): DEVONO ENTRARE TUTTI.
A me sembra evidente che, se lasciassimo mano libera ai socialisti e compagnia bella, in dieci anni (ma probabilmente di meno) la nostra società ne sarebbe stravolta a un punto irreversibile; essa diverrebbe una cosa totalmente diversa da ciò che è.
È questo che vogliamo? Bene, se è questo, lo possiamo avere.
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Francesco De Maria mi dà l’opportunità di commentare il fermo della deputata PS Bosia-Mirra nella turbolenta Chiasso, al confine tra Italia e Svizzera. La destra ticinese probabilmente bollerà il mio tentativo di comprendere l’agire di Bosia come “mission impossible”, dall’”alto” (insomma…) delle leggi vigenti che di fatto, e spesso, impediscono (almeno nella loro applicazione restrittiva, ciò che a quanto pare avviene ogni giorno a Chiasso – ne hanno testimoniato le maggiori organizzazioni umanitarie come “Amnesty International”) persino i ricongiungimenti familiari tra minorenni e persone residenti in Svizzera. In verità, per quel che riguarda Bosia non si tratta, ovviamente, di “reato” nel senso etico del termine, ma solo di agire umano, e secondo coscienza.
D’altronde, la stessa signora Brunschwig-Graf, già membro di spicco del Partito Liberale Radicale svizzero e al momento delegata federale contro il razzismo in Svizzera, proprio negli scorsi giorni ha sottolineato come le iniziative di segno generale contro gli stranieri e i loro usi e costumi (burqa e burkini) siano foriere di grandi malintesi nel paese e di grandi passioni (interessate) politiche; in definitiva, secondo Brunschwig-Graf, queste iniziative sono promosse in gran parte per tornaconto personale politico (affermazione alle urne, ricerca del potere personale). Ed è proprio in questo contesto che la rigidità dell’accoglienza svizzera attuale fa pensare a interessati giochi politici più che a una reale situazione di grave crisi per quel che riguarda l’accoglienza in Svizzera. Respingere, oggi e purtroppo, “vale” molto di più in termini di consenso per una politica cinica e che “segue” il presunto volere popolare (in realtà, lo aizza) che accogliere, verbo quest’ultimo di grande tradizione e grande orgoglio svizzero.
Di conseguenza, il minimo che si può dire è che Bosia-Mirra, al pari del mio parente Rato Deletis che nelle terribili epurazioni degli anni 1940 e seguenti salvò nell’allora Jugoslavia, contro le “leggi” (???) della persecuzione degli ebrei, centinaia di vite umane e fu perciò nominato da Israele “giusto fra i popoli”, il minimo che si può dire di Bosia-Mirra è che è una giusta. Verrà processata e magari anche condannata per questo dalla legge svizzera? Ma non ne proviamo almeno un po’ di vergogna la sera quando con Immanuel Kant, il grande filosofo tedesco fondatore della modernità etica, ci guardiamo allo specchio chiedendoci: siamo uomini o non lo siamo, siamo qui per salvare vite o per condannarle?
Sergio Roic
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Ma insomma:
Sapete tutto e anche troppo. .....
Ma non dite ch'era cosapevole di sapere d'essere sotto tiro e quasi quasi le avrebbero impedito di passare anche da sola o con un bambolotto.
Ha voluto fare un atto dimostrativo :
Come facevano i grandi:
CAPACI SÌ METTERE IN COLONNA IL TICINO E MARCIARE SU BERNA, COME ATTO DIMOSTRATIVO DI AMOR PATRIO E NESSUNO FIATAVA.......
Egregio,
non so per quale ragione la Signora Bosia abbia violato una legge federale: per mettersi ulteriormente in vetrina? Per una errata (a mio parere) e personale interpretazione del concetto di "accoglienza" che tanto va di moda?
Non lo so potrei dire che non mi interessa. Leggi e regole vanno osservate e non interpretate secondo il gusto personale. Se si ritiene che siano sbagliate, bene, viviamo in regime di democrazia e vi sono tutti gli strumenti per far si che siano modificate. E la Signora Bosia, vista la sua carica, di strumenti a disposizione ne ha ben piu' di quanti ne possa avere un comune, qualunque cittadino.
Fino ad allora, le osservi. E nella sua funzione dovrebbe anche essere d'esempio.